Il Duomo di Salerno viene fondato per volontà di Roberto il Guiscardo a partire dal 1076, anno della conquista della città di Salerno da parte dei Normanni, dopo un assedio durato sette mesi. La chiesa è dedicata a S. Matteo Evangelista e sorge presso la sepoltura del santo, su un’area precedentemente occupata dalle chiese di S. Maria degli Angeli e S. Giovanni Battista.
Il portale di ingresso conduce all’atrio 36 x 33 metri, costituito da 28 colonne di età classica aventi capitelli differenti l’uno dall’altro. Il loggiato dell’ordine superiore è caratterizzato da bifore e pentafore recanti decorazioni in pietra nera e tarsie policrome.
Il Campanile, alto 52 metri circa, avente una base di 10 metri per lato, innalzato alla metà del XII secolo per volontà di Guglielmo da Ravenna, arcivescovo in città, si articola in quattro ordini di bifore, mentre il tiburio a cupola è decorato da archetti intrecciati su colonnine di granito.
La facciata interna, attraverso la quale si accede alla aula religiosa, è realizzata in tufo nero e pietra calcarea e presenta una iscrizione con la quale il duca Roberto, Imperatore Massimo, ascrive a sé la spesa per la costruzione del duomo. La porta in bronzo che dà accesso alla chiesa è stata lavorata a Costantinopoli, ed è composta da 54 formelle disposte in nove registri orizzontali e sei verticali.
La pianta della chiesa, 79 metri x 32 circa, ha affinità con gli impianti basilicali dei primi secoli del Cristianesimo: è preceduta da un atrio porticato, mentre l’aula si articola in tre navate separate da due file di colonne. Il transetto - su cui si affacciano tre absidi decorate a mosaico - si trova in posizione sopraelevata per la presenza, nella cripta, delle spoglie di S. Matteo e di altri Santi, martiri originari della città di Salerno. L’arcivescovo Romualdo I Guarna commissiona, circa un secolo più tardi, la realizzazione del pavimento a mosaico nella zona presbiteriale, caratterizzato da tessere marmoree che compongono motivi geometrici.
Due maestosi amboni caratterizzano la navata principale. Il primo, detto ambone Guarna, si trova sul lato sinistro della navata, guardando l’altare, e fu donato dall’arcivescovo Romualdo II Guarna nella seconda metà del XII secolo. Esso ha pianta quadrangolare e poggia su quattro colonne, decorate da elementi fitomorfi e antropomorfi. Al di sopra degli archi due bassorilievi raffigurano l’angelo che regge il Vangelo simbolo di S. Matteo e l’aquila simbolo di S. Giovanni.
Sul lato opposto è ubicato l’ambone d’Ajello, rettangolare, di dimensioni doppie rispetto al primo. Esso poggia su 12 colonne a fusto liscio, decorate da capitelli floreali e zoomorfi. I lettorini presentano due gruppi scultorei, il primo raffigura un’aquila che attacca un uomo trattenuto da un serpente, il secondo due giovani su due leoni. Un terzo elemento scultoreo di rilievo si trova presso il pulpito: è il cereo pasquale, retto da quattro leoni. Il candelabro è ornato da tre fasce successive scultoree e a mosaico. La parte più alta mostra la danza di uomini, donne e fiere.
L’aspetto attuale del duomo deriva dagli interventi realizzati in età barocca. Dopo il terremoto del 5 giugno 1688, infatti, vi operò l’architetto Guglielmelli e, pochi decenni più tardi, intervenne anche l’architetto romano Carlo Buratti. Agli stessi anni risale anche il rifacimento della copertura della navata, realizzato su progetto di Ferdinando Sanfelice. Isidoro Sanchez Luna, infine, è l’autore della facciata di ingresso alla chiesa.
Testo di MP Mirabilia srl
Duomo di San Matteo via Duomo 84125 Salerno
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