S. Maria de Lama viene edificata al principio dell'XI secolo sull'area di sedime di un edificio romano, come testimoniano le tracce di opus reticulatum e di opus listatum trovate in essa. Il toponimo di Lama deriva dalla presenza, in antico, di rivoli che, durante le piene, scendevano verso il mare attraversando le platee.
La chiesa nasce come cappella nobiliare longobarda, ma subisce una vasta ristrutturazione già nel Duecento, quando viene creato un doppio livello: l’aula originaria è inglobata nella cripta e l’aula superiore è organizzata secondo una pianta basilicale.
L’edificio più antico aveva una tipologia a pianta quadrata, con un’abside circolare orientata sull’asse Nord-Sud e doveva essere interamente affrescato, come dimostrano i lacerti di pittura oggi ancora visibili. Si conserva, poi, un pregevole ciclo di affreschi di fattura beneventana.
Tra le icone di santi rappresentate, sono ben visibili San Bartolomeo e Sant’Andrea, mentre degli altri restano solo due metà ed una testa.
I Santi sono in posizione eretta all’interno di cornici rettangolari bicolori. S. Bartolomeo è ritratto nel momento in cui benedice con la mano destra unendo pollice e mignolo, mentre la sinistra regge un volume dalla copertina riccamente decorata. Il viso è concentrato in una espressione ascetica, incorniciato dalla barba bianca e dalla folta capigliatura. S. Andrea è rappresentato benedicente con la mano destra completamente aperta, mentre la sinistra regge una croce gemmata. Egli è rappresentato più giovane, con una capigliatura scura e riccioluta.
In occasione delle trasformazioni apportate all’ambiente ipogeo, viene realizzato in esso un nuovo ciclo pittorico. Sono dipinti S. Lorenzo sul muro di collegamento tra le due absidiole, S. Stefano nell’abside a sud, forse S. Radegonda dietro il pilastro meridionale e la Madonna Regina con due angeli nell’alveo della parete settentrionale. Altri affreschi sono stati strappati e si conservano al Museo Diocesano. Gli affreschi possiedono un gioco di luci ed ombre che conferisce volume ai personaggi rappresentati.
L’aula superiore ha una pianta rettangolare, suddivisa in tre navate da due file di colonne tutte diverse tra loro, poiché elementi di spoglio provenienti da edifici più antichi. Due nicchie e due piccoli ambienti nella zona absidale rappresentano ciò che resta del deambulatorio. Lungo la parte alta della navata centrale si aprono quattro monofore che portano luce all’interno. Le prime colonne alla destra dell’ingresso recano gli affreschi della Maddalena e di Cristo con la Croce, tardo-quattrocenteschi.
Testo di MP Mirabilia srl
Luogo: Gradoni della Lama 2, Salerno
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