La configurazione della cripta, allo stato attuale, denota uno stretto rapporto statico con la chiesa superiore, che è divisa in tre navatelle. La navata centrale, infatti, è sorretta dalle tre colonne dell'ipogeo, mentre i colonnati laterali sono in asse con le pareti del vano sottostante e le mura perimetrali poggiano a nord sul terrapieno e a sud sull'ampliamento delle strutture. Una simile disposizione si legge ad occhio nudo osservando i rinforzi delle murature nella chiesa inferiore. Ciò significa che in un determinato periodo i due ambienti sono stati progettati e costruiti l'uno in funzione dell'altro. Anche in questo caso un riferimento cronologico sarà fornito dagli affreschi della seconda fase. La loro collocazione, infatti, nell'absidiola e sulle pareti indica un inequivocabile ante quem, che può essere preso come datazione massima per l'intera ristrutturazione.
La nuova disposizione della cripta e della chiesa indica un ribaltamento della pianta verso Est.
Gli affreschi raffigurano san Lorenzo sul muro di collegamento fra le due absidiole, santo Stefano nell'abside meridionale, due santi vescovi sulla parete meridionale, ora strappati e conservati presso il Museo Diocesano, santa Radegonda (?), dietro il pilastro meridionale, La Madonna Regina con due angeli nell'alveo della parete settentrionale. Come si vede, ce n'è abbastanza per una corretta analisi.
La santa con la catena pone dei problemi di identificazione in quanto la D'Aniello ne ha proposto, dubitativamente, il nome di santa Radegonda . Valentino Pace, comunicazione orale, invece, ha indicato che potrebbe trattarsi di san Leonardo.
La datazione degli affreschi della seconda fase va datata ai primi decenni del XIII secolo e, come affermato sopra, indica la ultimazione della ristrutturazione dell'intero edificio con la costruzione della chiesa superiore. Questa presenta una pianta longitudinale, divisa in tre navate da due file di colonne di spoglio, che riportano ad una tipologia basilicale. Nella zona presbiteriale l'abside centrale è affiancata dal prolungamento delle navatelle laterali terminanti a rettangolo e non a curva absidale. Ciò lascia aperta la possibilità che le due terminazioni, in origine, potessero essere adibite a Diaconicon e Prothesis, che costituivano il Pastoforia delle chiese di tipo basilicale bizantino. Antonio Braca Fotografia di Vincenzo D’Antonio soggetta a copyright/Soprintendenza ABAP di SA e AV
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