Dopo il terremoto del 23 novembre 1980, gli archeologi, dell’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino e Benevento, furono chiamati al compito, estremamente impegnativo, di evitare che le opere di allestimento degli insediamenti di prefabbricati in cui accogliere le migliaia di persone che avevano perso la casa, provocassero la distruzione, ancorché involontaria, di aree archeologiche note o fino ad allora solo indiziate. La straordinaria attività svolta in quel territorio dal Soprintendente Werner Johannowsky confermò il grande interesse archeologico di molti di quei centri, abitati fin dall’antichità e in cui spesso, come a Benevento, Buccino o Conza della Campania, per fare alcuni esempi, i monumenti medievali e di età moderna erano indissolubilmente connessi a compresenze romane o italiche. Pur se con procedure speditive e limitandosi alle sole aree interessate da escavazioni profonde, i siti di intervento furono investigati in modo da recuperare i materiali e i dati archeologici o collocare i nuovi manufatti in maniera compatibile con la conservazione dei monumenti antichi.
Superata la fase della prima emergenza, l’indagine su quei siti si sviluppò in forme opportunamente più ordinate e di più lunga portata, nell’ambito dei programmi straordinari coordinati dall’allora Soprintendenza Speciale per gli Interventi Post-Sismici in Campania e Basilicata, l’agenzia ministeriale appositamente creata per quell’occasione, e finanziati dalla legge 219/1981.
Sotto la guida del Soprintendente Johannowsky e del suo successore, Giuliana Tocco, si eseguì una numerosa serie di interventi di scavo e restauro, progettazione e allestimento di strutture espositive, parchi archeologici che, integrandosi ai siti preesistenti, formano una parte notevole del patrimonio archeologico oggi curato da questa Soprintendenza. Così per i siti di Atripalda, Benevento, Carife, Casalbore, Flumeri e moltissimi altri.
Alcuni di quegli interventi, grazie ad una nuova politica di concertazione con gli Enti Locali, hanno avuto esiti di valorizzazione significativi e tuttora con grandi potenzialità di sviluppo, come il Museo di Morra de’ Santis, il Museo e Parco Archeologico Urbano di Volceii-Buccino, il Parco Archeologico di Compsa-Conza della Campania.
Di quei giorni di dolore ed emergenza un lascito, per noi tutti molto importante e vivo, è la riscoperta in tutta la sua pienezza dello spirito di servizio alla comunità che la nostra disciplina scientifica deve sempre avere come suo principio guida.
Adele Lagi - Responsabile Area Patrimonio Archeologico della SABAP di Salerno e Avellino
Provincia di Avellino
Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale
MiBACT
Terremoto dell'Irpinia, 40 anni dopo.
Fotografie soggette a copyright/Soprintendenza ABAP di SA e AV
|