Abbazia del Goleto dopo il restauro, Sant'Angelo dei Lombardi AV
Relativamente alla gestione del Piano di Recupero di Sant'Angelo dei Lombardi, dalla primavera del 1982 l'Ufficio di Piano convocò i proprietari interessati alle singole unità minime di intervento per illustrare i contenuti di tale strumento urbanistico e per acquisire le principali informazioni, ad esempio, sulle condizioni del nucleo familiare sulla proprietà e sulle intenzioni in merito alle richieste di contributo di ricostruzione/riparazione. Molti dei cittadini convocati decisero di ricorrere alla possibilità di delegare il Comune per la realizzazione degli interventi sui propri immobili (così come consentito dalla legge 219/81) rinunciando alla gestione diretta del contributo statale erogato per il tramite degli Enti Locali. A sua volta l'Amministrazione Comunale affidò alla struttura decentrata della Soprintendenza la redazione della progettazione esecutiva e la direzione dei lavori delle unità minime di intervento delegate che sono state ben il 26% del totale dei comparti edificatori, in Friuli lo strumento della delega non ha superato il 6% della consistenza edilizia.
Questo lavoro determinò un rapporto strettissimo e, a volte, difficile tra l'Ufficio di Piano e la popolazione come altrettanto dialettico fu il confronto con l'Amministrazione Comunale. All'interno delle unità minime di intervento la proprietà era estremamente frazionata ed eterogenea come altrettanto varia la destinazione d'uso degli immobili: ciò incideva sull'assegnazione dei contributi e determinava atteggiamenti differenti da parte dei proprietari di fronte alla ricostruzione.
In tal senso l'uso della delega, trattandosi di immobili privati, creò una situazione del tutto anomala all'interno delle esperienze di progettazione pubblica finalizzata al riuso dei centri storici. Tutti gli interventi edilizi assegnati si sono conclusi da tempo e si può, sicuramente, affermare che il centro storico è stato ricomposto, nel suo insieme, riproponendo i caratteri peculiari originari dello stesso. Per arrivare a tutto ciò l'Ufficio di Pianon dovette affrontare le diverse questioni di carattere gestionale ed attuativo, in alcuni casi lasciate indeterminate o ignorate dalla legislazione vigente.
Molto interessanti sono stati anche i restauri eseguiti, sempre a cura della Soprintendenza, al Castello (che qualcuno, inizialmente, voleva sventrare per trasformarlo in Tribunale), al Convento di San Marco, all'Abbazia del Goleto ed alla Cattedrale. A riguardo della Cattedrale, memorabile fu la ricostruzione in muratura della volta a crociera della navata laterale destra: una delle tante imprese rese possibili grazie alla consulenza scientifica dell'ing. Antonino Giuffrè.
Nora Scirè
Funzionario architetto della Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino
Provincia di Avellino
Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale
MiBACT
Terremoto dell'Irpinia, 40 anni dopo.
Fotografie soggette a copyright
Castello dopo l'intervento di restauro
Castello dopo l'intervento di restauro
Castello dopo il terremoto
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