Da epoca immemorabile, nel piccolo comune di San Mauro Cilento si svolge una carnevalata a cui partecipa con grande giubilo tutta la popolazione.
La domenica precedente il Carnevale, lo stesso giorno del Carnevale e qualche volta anche nella prima domenica di Quaresima, si svolge la sfilata delle maschere tra i due casali, con numerose scene che si ripetono ad ogni angolo di strada, tra l'allegria di tutta la popolazione.
A capo dell'organizzazione si pone un cittadino che, per la sua lunga partecipazione alla manifestazione, possiede tutti i requisiti per la buona riuscita della carnevalata. Già prima dello spettacolo, l'organizzazione provvede a rifornire il materiale occorrente completandolo di tutto ciò che manca o che, per usura, deve essere sostituito. L'organizzatore è anche il disciplinatore della mascherata: egli vuole, da tradizione, che durante il corteo che si va a comporre, i mascherati non bevano vino, affinchè portino a termine la festa senza incidenti ed anche, come già nel passato era accaduto, che molti di essi erano stati raccolti dai familiari lungo le strade ebbri ed incapaci di fare ritorno a casa.
I MÀSCKARI
Nel folklore di San Mauro Cilento la carnevalata di tradizione ha il nome masckaràta e colui che si mette in maschera prende il nome di màsckaro. Con la parola maschera si indica appunto la maschera che copre il volto.
Eccoli, i Màsckari, lì in fondo al vicolo incedono baldanzosi ironici, ammiccanti, sfacciati, chiassosi, ma ben inquadrati in uno schema che impone a ciascuno un posto prefissato. Infatti le maschere durante la sfilata rispondono a una precisa disposizione, rimasta invariata nei secoli.
IL PROGETTO
|