Masseria Chiuppo de Bruno, Ariano Irpino foto Marilita Albanese
L’Irpinia è terra rurale di eccellenza, baricentrica tra i due mari, in altura lungo l’Appennino meridionale campano. La produzione agricola - vino, olio, grano, nocciole - garantisce una filiera economica dove spesso sono protagonisti quei giovani che hanno saputo resistere alle sirene della metropoli, oggi impegnati in attività che permette loro di continuare ad abitare una terra difficile.
Il terremoto che nel 1980 colpì duramente le terre dell'osso dell'Irpinia e della Basilicata ha lasciato allo stato di rudere numerose testimonianze di eccellente architettura rurale: si tratta di masserie all’interno di fondi agricoli. La masseria va intesa come una struttura residenziale-produttiva-rurale con quelle accezioni che il termine latino 'massae', da cui la parola deriva, contiene. Era infatti un blocco, un insieme di immobili rurali, ognuno con differente destinazione d'uso ma costituente un'unica realtà interconessa scrivono Giuseppe Muollo e Giovanni Villani in I siti rurali in Irpinia - Le Masserie.
Molti di queste masserie meritano di essere conosciute e recuperate; sono contenitori di storia e di memoria; quelle più isolate appartengono alla tipologia delle fortificate. Sono un museo di tecniche costruttive, c'è la pietra di fiume e c'è il legno di castagno, ci sono gli embrici e il ferro battuto... in alcuni sporadici casi sono state intraprese azioni di recupero trasformandole in cantine, country-house, osterie gourmet.
Grava tuttora per molte di esse il vincolo di demolizione, apposto dai comuni in applicazione della Legge 219/81; in sostanza i proprietari che hanno ricostruito altrove il proprio immobile -beneficiando dei contributi economici statali- sono tenuti a demolire il caseggiato originario compromesso dal sisma del 1980. A meno che non intervenga un vincolo di tutela...
Masserie e paesaggi, questi ultimi sono parte sostanziale e integrante di beni di cui dobbiamo imparare a prenderci cura. Un paesaggio, quello d'Irpinia, nella maggior parte dei casi ancora integro, fatto di terreni incolti, di boschi di roverelle, di rovi e biancospini, di torrenti stagionali e stradine brecciate che formano un sali-scendi su colli argillosi in genere sempre al disopra dei 700 metri sul livello del mare. Per le masserie c'è tanto da fare prima che le intemperie facciano crollare solai e murature. Conoscerle, valorizzarle, vincolarle, restaurarle significa proteggere gli stessi paesaggi, prima che la nuova speculazione energetica, fatta di miriadi di pale eoliche ed elettrodotti, faccia scempio di quel che rimane. Come sta per succedere ad una delle masserie più belle e importanti, quella detta di Montevaccaro sita in località Calaggio in prossimità del casello autostradale Lacedonia sulla A16 Napoli-Bari. La bella masseria, in pietra a vista e fortificata con 4 torri angolari, vedrà a breve passare a poca distanza il nuovo elettrodotto 380 kv Bisaccia-Deliceto che finirà con lo stravolgere il paesaggio che circonda il fabbricato.
Come Touring Club Italiano, attraverso il Club di Territorio Paesi d'Irpinia, abbiamo organizzato, con favorevole partecipazione di pubblico e cultori della materia, la prima manifestazione tematica dal titolo 'Masserie e Paesaggi d'Irpinia' con convegno e mostra a Paternopoli nel marzo 2018; la seconda edizione si è tenuta nel maggio 2019 a Guardia Lombardi col patrocinio della Provincia di Avellino e dell'Ordine Architetti di Avellino; la terza, in collaborazione con la Regione Campania, prevista nel maggio 2020 -nell'ambito di Campania In-Architettura, è stata annullata a causa del Covid-19.
Grazie a queste manifestazioni è maturata l'idea di strutturare in maniera più organica un censimento finalizzato alla conoscenza e valorizzazione delle masserie e dei paesaggi d'Irpinia.
Da una prima stima presentata durante il convegno tenuto nel 2018 a Paternopoli si è appurato che le masserie in buono stato di conservazione e meritevoli di studio sono circa 36, dislocate in gran parte nel territorio dell’Alta Irpinia, lì dove più distruttivo si dimostrò il sisma del 1980. Una ricerca voluta dal Consiglio Nazionale Architetti, portata avanti da giovani iscritti dell'Ordine di Avellino, ha permesso intanto di ottenere una prima mappa-censimento geo-referenziata e intessuta con rilievi metrici e documentazione fotografica di alcune masserie.
La filiera delle masserie potrebbe fornire, oltre l’approfondimento dello studio delle antiche tecniche di costruzione, anche l’occasione per sviluppare una diversa e innovativa offerta per camminatori e nuovi viaggiatori culturali. E tra gli ulteriori obiettivi: innescare possibili relazioni tra architetture rurali abbandonate ed imprenditori, neo-agricoltori, istituzioni, coloro che sono alla ricerca di sostanza e di immagine per promuovere i prodotti di eccellenza del territorio. Col beneficio indotto di conoscenza, cultura, conservazione e tutela del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico.
a cura di Angelo Verderosa, architetto
Console del Touring Club Italiano, Coordinatore del Club di Territorio Paesi d'Irpinia
Casolare alta irpinia, Guardia dei Lombardi, foto Angelo Verderosa
Bibliografia
Pane R., Architettura rurale campana, ed. Rinascimento del libro, Firenze 1936.
Gravagnuolo B., Architettura rurale e casali in Campania. Album fotografico di F. de Marinis, Clean Edizioni 2017.
Muollo G. - Villani G., I siti rurali in Irpinia - Le Masserie, in Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia, Artificiosa Irpinia, vol. VII, Sellino e Barra Editori, Avellino 2000.
Verderosa A., a cura di, Il recupero dell’architettura e del paesaggio in Irpinia – Manuale delle tecniche di intervento, De Angelis Editore, Avellino, 2005.
Documentazione fotografica allegata
'Archivio Verderosa studio'; on line (www.verderosa.it) è possibile scaricare il 'Manuale' citato in bibliografia oltre documentazione tematica.
Masseria detta montevaccaro, Calaggio, foto Angelo Verderosa
Masseria detta montevaccaro, Calaggio, foto Angelo Verderosa
Masseria alta irpinia detta Mulino Bianco, Guardia dei Lombardi, foto Angelo Verderosa
Masseria con chiesetta detta Il Parco Frigento
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