La masseria, detta storicamente masseria Pinto, fu fatta costruire nel primo ventennio del XIX secolo e ultimata nel 1825, come testimoniato dall’epigrafe in facciata, per volontà del notaio Don Pinto di Pescopagano, proprietario dell’immobile, per sé e per la sua famiglia. La masseria era
utilizzata sia come casa rurale di vacanza da parte della famiglia Pinto, sia per essere usata dai coloni, che si susseguirono nel tempo, per i periodi di raccolta dei terreni e campi a essa annessi. Si ha memoria di un tale Donato che fu primo colono e fattore della masseria, poi fu lasciata in eredità alla famiglia Pinto. Non si hanno notizie certe dei proprietari della masseria fino all’incirca al 1935, quando divenne proprietà, come lo è attualmente, della famiglia Malanga, i quali erano tutti coltivatori diretti. Storicamente al piano terra era ubicata la cucina, come testimoniato dalla presenza di maioliche e dalla fornacella, e il granaio. Al primo piano, accessibile tramite una scala in legno, ora crollata, era ubicata la zona notte e le camere da letto. Nella parte posteriore della masseria, non visibile al fronte strada, è presente una pertinenza, in aggiunta al corpo principale della masseria, che veniva utilizzata come ricovero di animali, fino al sisma dell’80. Attualmente la masseria non è utilizzata ed è in stato di degrado. La tipologia è un edificio isolato compatto su due piani e con la presenza di torre colombaia in muratura. Presenta una geometria regolare e simmetrica nella facciata mentre il corpo centrale è leggermente aggettante.
In pianta si presenta compatta. Le murature sono caratterizzate da blocchi di pietra a conci squadrati di dimensioni variabile tra i 30 e 40 cm fino a piccoli pezzi con tessitura regolare con scaglie e ricorsi di mattoni. Si notano negli architravi dei portali e sono presenti nella muratura del corpo centrale nella parte posteriore della masseria, dove è visibile anche una porta murata in mattoni. Si ipotizza come testimoniato dagli attuali proprietari che fu realizzata per un ampliamento successivo mai concretizzato. Diversi sono gli elementi decorativi: le lavorazioni in ferro battuto, il portale in pietra nel prospetto principale e le maioliche presenti nell’ingresso del piano terra. Il solaio del piano terra del corpo centrale si presenta in voltine di laterizio e presenta delle putrelle in ferro, che si ipotizzano successive alla costruzione della masseria.
Il locale al piano terra nella parte destra della masseria presenta un solaio in legno a falda che poggi su elementi strutturali in archi di pietra. La masseria attualmente è vincolata come bene di interesse culturale - Soprintendenza di Salerno e Avellino.
Responsabile scientifico del progetto: arch. Alessandra Trivelli
Incaricati studio e catalogazione Masseria: arch. Carmela Monteverde – arch. Mariagrazia Orecchio
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