Il monastero di S. Giorgio rappresenta uno dei più antichi insediamenti monastici salernitani, forse di età longobarda, in quanto è già citato in un diploma di papa Pasquale I dell’814 d.C.. Accresciutosi nel corso del secoli, viene ristrutturato nel corso del XVII secolo, a seguito del Breve di papa Sisto V, che stabilisce la riunificazione in un solo edificio delle monache appartenenti allo stesso ordine. Giungono quindi a S. Giorgio anche le suore di S. Michele Arcangelo e di S. Sofia.
All’inizio del Settecento il noto architetto napoletano Ferdinando Sanfelice realizza la rinnovamento del monastero, coinvolgendo il refettorio e le camere delle suore. L’edificio è utilizzato dalle monache benedettine fino al 1866, quando è ceduto per usi militari, ad esclusione della chiesa.
L’aula religiosa è costituita da un’unica navata, riccamente decorata in età barocca con affreschi, stucchi preziosi e arredi in legno dorato. Essa viene ultimata nel 1674, come è indicato nell’iscrizione sulla controfacciata, ma la data 1560, apposta sul portale di ingresso, indica l’anno in cui è stato operato il rovesciamento della pianta della chiesa, che in origine doveva aprirsi sul vicolo della Neve.
All’interno, la volta è completamente affrescata con i miracoli di S. Benedetto: S. Benedetto spezza gli idoli, La liberazione dell’ossesso, Il miracolo dell’acqua, S. Benedetto converte Trotila, S. Benedetto resuscita il figlio del contadino. Angelo Solimena dipinge la Deposizione 1675 nel ciclo della Passione nella volta del coro. Nei sottarchi delle cappelle sono rappresentati episodi della vita di S. Gaetano, della Vergine e delle martiri S. Tecla, Archelaa e Susanna, opera di Francesco Solimena 1680.
Al principio del Seicento risale invece la tela in cui è raffigurato il Martirio di S. Giorgio, presso l’altare maggiore, mirabile opera in marmo realizzata probabilmente dai fratelli Bartolomeo e Pietro Ghetti insieme al lavabo della sacrestia. Agli inizi del Settecento risalgono i dipinti posti sulla controfacciata e nel presbiterio: Gesù e la Samaritana, La traditio clavium, I pellegrini di Emmaus, La Carità, La Fede di Giovan Bernardo Lama o del suo maestro Paolo De Matteis. Antichi resti di età alto-medievale sono nell’abside affrescata: intrecci geometrici e una teoria di santi della quale si conserva solo la parte bassa del corpo.
Testo di MP Mirabilia srl
Monastero e chiesa di S. Giorgio via Duomo, 19 Salerno
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