Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
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La Collegiata di Angri “ritrova” il gruppo scultoreo danneggiato nel 1943. Illustrati a Palazzo Ruggi di Salerno, sede della Soprintendenza i lavori di restauro. Giovedě 12 gennaio, ore 16.30, presentazione al Castello Doria

10 gennaio 2017

articolo di stampa tratto da ANGRI.INFO del 10 gennaio 2016

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La Collegiata di Angri “ritrova” il gruppo scultoreo danneggiato nel lontano ’43. Ad illustrare l’avvenuto restauro sono intervenuti a Palazzo “Ruggi”, sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno,  la Soprintendente Francesca Casule; l’Assessore alla Cultura del comune di Angri Caterina Barba; Antonio Braca, Funzionario Storico dell’Arte - Coordinatore del settore Storico-Artistico della Soprintendenza; Stefano Vanacore, Associazione Panacea;  Michele Faiella, Funzionario per la Promozione e Comunicazione - Responsabile dell’Ufficio Stampa della Soprintendenza.   

 All’indomani dell’8 Settembre 1943, dopo l’armistizio con gli angloamericani, fra il 22 ed il 27 dello stesso mese, gli Alleati dal Valico di Chiunzi, sui monti Lattari, cannoneggiarono la Valle del Sarno dove si trovavano le truppe tedesche in ritirata. Come sempre le vittime delle guerre sono gli uomini, le donne, i vecchi, i bambini, ma anche i monumenti e le opere d’arte.   Nel cannoneggiamento del ’43 ad essere colpita fu anche la Collegiata di Angri che subì danni alla facciata ed al tetto. In quella occasione precipitarono a terra tre statue di marmo del 1540 che decoravano il lunettone del portale d’ingresso principale. Quelle statue sono state sempre considerate perse, fondamentalmente rimosse dalla memoria collettiva locale, ed ignorate dagli studi. In realtà del trittico scultoreo andò distrutta completamente solo la statua di San Giovanni evangelista. Le altre due, ossia la Madonna con Bambino e San Giovanni battista subirono danni molto gravi. La Vergine ed il Bambino erano rimaste senza testa, mentre il Precursore aveva perso un braccio ed il naso. In verità, la testa della Madonna, completamente annerita, era stata conservata dal primicerio. I corpi scolpiti, invece, erano stati relegati in un cortiletto esterno a lato della Collegiata, dove sono rimasti alle intemperie per molti decenni. Dopo 74 anni, i danni bellici alla Collegiata sono stati riparati, ma delle statue del portale si immaginava che potessero essere recuperate. Su di esse da tempo è stata posta l’attenzione della Soprintendenza in attesa di finanziamenti o progetti utili. Negli ultimi mesi, è stato avviato un processo di valorizzazione e di rivalutazione del territorio da parte dell’Amministrazione comunale di Angri. Al primo posto è stato messo il recupero del gruppo scultoreo. Grazie all’interessamento dell’Associazione di volontariato Panacea, di intesa con le autorità religiose, l’Amministrazione comunale e la Soprintendenza ABAP di Salerno le preziose opere sono state messe a restauro dalla Ditta Atramentum, specializzata in recupero di manufatti lapidei artistici ed archeologici.

Uno dei risultati più clamorosi è stato il recupero alla piena visibilità del volto della Vergine che, nonostante alcuni danni meccanici, riposizionato sul corpo della statua, ha restituito una notevole opera d’arte della prima metà del Cinquecento napoletano. Finalmente, si approda alla chiusura definitiva della “pratica” dei danni bellici alla Collegiata di Angri e lo si fa con una notevole operazione di recupero di una pagina importante per la Cultura figurativa del territorio e della storia dell’arte in Campania.

Giovedì 12 gennaio, ore 16.30,  al Castello Doria di Angri, la presentazione del restauro delle statue del portale della Collegiata di Angri.

(Nella foto: La soprintendente Francesca Casule, l'assessora Caterina Barba e Michele Faiella funzionario Sopr.)

 







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