Il Turismo lascia i Beni culturali e approda alle Politiche agricole, dando così vita a quello che da molti è stato definito come il “ministero del made in Italy”. Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte, del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio e del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Alberto Bonisoli, ha approvato lunedì sera un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri dei Beni e delle attività culturali e del turismo e delle politiche agricole alimentari e forestali.
In particolare, il decreto trasferisce al Mipaaf le funzioni esercitate dal Mibact in materia di turismo, prevedendo, al contempo, il conseguente cambio delle denominazioni dei due Ministeri, il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie e le necessarie modifiche normative riguardanti gli enti vigilati.
Un provvedimento annunciato da tempo dal numero uno del Mipaaf, ma che potrebbe essere solo una nuova tappa verso la creazione di un ministero ad hoc, come auspicato in passato dallo stesso Centinaio e da esponenti del Movimento 5 stelle.
IL NEO MINISTRO DEL TURISMO
Senza dubbio quello del turismo è il comparto a cui Centinaio ha prestato maggiore attenzione nella sua attività parlamentare. Nel 2013 depositò un disegno di legge, arenatosi poi nelle commissioni del Senato, “per l’ammodernamento e la riqualificazione del patrimonio edilizio delle strutture turistico-ricettive e norme per favorire i soggiorni in strutture localizzate nel territorio italiano”. Numerose le interrogazioni e gli ordini del giorno presentati riguardanti il settore alberghiero, la riforma dell’Enit, la situazione di Promuovi Italia, la società di promozione turistica del Mibact e la battaglia affinché l’esercizio di guida turistica e di accompagnatore turistico siano svolti solo ed esclusivamente da personale qualificato e abilitato.
L’INTERVISTA AD AGCULT
Proprio in un’intervista ad Agcult, Centinaio aveva analizzato lo stato di salute del settore turistico italiano esponendo una serie di misure d’intervento. “Governo e classe politica sono assolutamente carenti nella mancanza di programmazione –le parole del neoministro -. Il turismo vive di fasi e bisogna saper prevenire e programmare nel momento delle vacche grasse, cosa che non si sta facendo”. Prima provvedimento da adottare, ricordava Centinaio, avrebbe dovuto essere la creazione di un dicastero ad hoc, richiesto dalle associazioni di categoria e soprattutto a costo zero perché “sarebbe senza portafoglio, la sede potrebbe essere quella di Enit e come personale ci lavorerebbe quello che in passato è stato occupato nel vecchio ministero del Turismo”.
Tra le misure che la Lega avrebbe avanzato in questa legislatura, il neoministro segnalava “l’abolizione o almeno una rivisitazione della tassa di soggiorno che è un vero e proprio furto”, la detassazione e la lotta all’abusivismo a favore dei tour operator, delle agenzie di viaggio, degli alberghi e delle guide turistiche.