In uno scritto dal titolo “Il racconto del Cilento artistico”, la soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio delle province di Salerno e Avellino, Francesca C asule , ha ricostruito il percorso degli studi sul patrimonio artistico cilentano. Il testo è contenuto nel catalogo dal titolo “Ritorno al Cilento. Anteprima della mostra”, pubblicato lo scorso anno. Si tratta di una generale e puntuale riflessione su un percorso di studi e ricerche che parte dalla fine degli anni Ottanta dello scorso secolo, fino alla realtà odierna. Il racconto di Francesca Casule parte dalla Magna Grecia, dalla dotta città di Elea/Velia, con l’omonima scuola filosofica di Parmenide e di Zenone, per approdare alla più famosa colonia di Poseidonia/Paestum, con i suoi superbi templi e per passare, poi, all’età cristiana attraverso il Monastero di Santa Maria di Pattano, frazione di Vallo della Lucania, con i suoi affreschi e ancora alla Grotta di San Michele Arcangelo a Olevano sul Tusciano. Fa poi cenno alla presenza dei benedettini nella provincia salernitana e nel Cilento. Si passa, così, all’antica Diocesi di Capaccio considerata come elemento di unione, non solo religioso, ma anche di natura culturale e artistica, tra il Vallo di Diano, con la Certosa di Padula e con l’antica città di Tegianum/ Diano/Teggiano, e il Cilento, con la presenza della catena montuosa degli Alburni.
Gerardo Pecci
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