Santa Maria d’Olearia è uno dei più celebri insediamenti monastici dell’antico Ducato di Amalfi medievale, collocato lungo la Costiera, dopo Capo d’Orso e prima del centro urbano di Maiori. La sua importanza deriva soprattutto dai cicli pittorici medievali che ancora si conservano all’interno.
La sua configurazione, all’interno di un vasto antro roccioso, denuncia l’origine eremitica. Narra la leggenda che la fondazione si deve all’eremita di origini greche, Pietro, il quale,allo scadere del primo millennio, come era consuetudine dei monaci basiliani, si insediò insieme al nipote Giovanni all’interno della grotta, dove sembra che fosse in uso la lavorazione dell’olio, da cui deriverebbe il toponimo de Olearia. I due ben presto ebbero fama di santità, ma mentre Pietro scappò via, il giovane continuò la sua vita eremitica religiosa.
Il primo nucleo dell’eremo contenente dipinti murali corrisponde alla parte più bassa della grotta, conosciuta con il nome di catacomba, dove erano stati ricavati tre ambienti comunicanti, di cui quello centrale corrispondeva ad una cappella, essendo definita da tre absidiole irregolari affrescate. In quella centrale è raffigurato un angelo con il loros bizantino accanto ad una figura oggi illeggibile, forse Cristo. Nell’altra abside sono raffigurati tre personaggi acefali ma dai corpi ben conservati,di cui è riconoscibile solo S.Giovanni Battista, mentre gli altri due sono un monaco ed un santo benedicente, quasi certamente ancora Cristo. I dipinti presentano le medesime caratteristiche culturali che riconducono alla cultura medievale campana fra X e XI secolo.
Diverso discorso riguarda, invece, la Teoria di santi dipinta sulla breve parete antistante la cappella, dove sono raffigurati l’offerente con il modellino della chiesa, un santo anonimo, la vergine orante ed un santo guerriero. Essi evidenziano una caratterizzazione in senso bizantino, che passa attraverso le esperienze della pittura eremitica pugliese, la cui datazione dovrebbe essere almeno della metà dell’XI secolo.
Ad una fase successiva dovrebbe corrispondere l’ampliamento del complesso con l’affidamento alla Badia benedettina di Cava dei Tirreni. All’interno della stessa grotta, ma ad una quota di circa 13 metri rispetto al piano stradale, e di circa quattro rispetto alla cosiddetta catacomba si apre una specie di spianata o terrazzo dove sono collocate un insieme di costruzioni che indicano l’avvenuta trasformazione dell’eremo miracoloso in un complesso più articolato. Una chiave di lettura può essere fornita dalla data A.D. M.C.X, posta all’ingresso della chiesa. I dipinti interni, nonostante alcune sovrapposizioni di fine XV- inizi XVI secolo, raffigurano un piccolo ciclo cristologico realizzato con una cultura bizantina popolareggiante.
Ad una successiva fase di accrescimento del complesso corrisponde la cappella sopraelevata sulla chiesa detta di San Nicola, la cui datazione non può essere precedente al 1110 della chiesa sottostante. Vi si accede in maniera complicata da una scala esterna, il cui ingresso si trova nel vano con arcate a lato della chiesa. Il piccolo spazio è interamente affrescato. Al centro dell’abside sono raffigurati la Madonna con il Bambino fra S.Nicola e S.Paolino, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, mentre lungo le pareti sono dipinto i principali miracoli del Santo di Mira.
S. Maria de Olearia via Diego Tajani c/o Capo d'Orso Maiori (SA)
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