
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il Paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione: è questo il contenuto dell’art. 9 della Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, ed uno dei suoi principi fondamentali, tuttora, di riferimento per lo sviluppo a venire della nostra Nazione. Il vigente Codice dei beni culturali e del paesaggio, nel normare la materia, precisa che per paesaggio si intende il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni e disciplina la sua tutela relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali incentivando le azioni volte a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, a recuperare gli stessi valori culturali che esso esprime così da poterne conservare sia gli aspetti, sia i caratteri peculiari.
Non si tratta di principi, né di concetti e propositi astratti o vacui perché il paesaggio incide nella vita di tutti molto più di quanto si immagini. Il paesaggio, infatti, è il risultato della coesione di più elementi: conoscere o, ancor meglio, vivere godendo di paesaggi belli o gradevoli eleva la qualità del benessere di ciascuno conferendo, innanzitutto, dignità, ma anche identità e contezza della nostra storia, armonia con le proprie realtà. Solo preservando l’equilibrio tra le specificità dei diversi territori, le loro risorse e funzioni ambientali, si potrà addivenire ad uno sviluppo eco-sostenibile e sano per noi come per le future generazioni.
Le province di Salerno ed Avellino comprendono territori di notevole ricchezza culturale oltre che di straordinaria bellezza paesaggistica e naturalistico-ambientale ai più sconosciuti, soprattutto quelli delle aree interne. E’ un territorio molto vasto, 7760 kmq per 276 Comuni, prevalentemente sottoposto a tutela paesaggistica a seguito dell’emanazione di appositi Decreti Ministeriali, che ne hanno riconosciuto il notevole interesse in merito, e/o per la presenza diffusa ed estesa delle componenti morfologiche, all’uopo indicate nel predetto Codice, quali la costa, estesa per circa 220 km da Positano a Sapri, i corsi d’acqua, rappresentando il bacino imbrifero più importante della regione, le montagne, appartenendo all’appennino meridionale, le aree boscate e coperte da macchia mediterranea, i parchi, come il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed il Parco Regionale dei Picentini, e le varie riserve ed oasi nazionali o regionali.
Si tratta di luoghi le cui origini sono molto lontane così come attestano i numerosi, quanto diffusi, insediamenti archeologici ovvero dove le diverse dominazioni, susseguitesi nei secoli, hanno lasciato testimonianze incredibili isolate e/o negli abitati caratterizzandone l’impianto ed il patrimonio edilizio.
La tutela e valorizzazione di tali contesti non può prescindere dalla loro conoscenza storica, dall’indagine sull’identità e l’evoluzione nel tempo, né dall’individuazione delle specifiche componenti che maggiormente ne determinano la valenza anche paesaggistica.
Gli edificati rappresentano una componente particolarmente importante del paesaggio: la conservazione dell’antico, dei centri e/o nuclei storici e, in generale, del patrimonio architettonico tipico delle diverse realtà incluse quelle rurali, masserie, casolari, mulini, ecc., è determinante per la tutela anche paesaggistica poiché ne protegge le peculiarità, i caratteri e l’armonia.
La fragilità dei paesaggi è intrinsecamente relazionata alle varie criticità fisiche insite nei nostri territori come quelle inerenti all’erosione costiera, agli aspetti idro-geologici ed all’elevata sismicità. Seppure sempre più frequenti, diffusi ed intensi siano, ad esempio, i cambiamenti nell’assetto dei litorali, le inondazioni, le frane o le alluvioni si persevera nella proposizione sia di nuova edificazione/cementificazione, sia di ulteriori interventi particolarmente invasivi rispetto alle alterazioni morfologiche ed ai precari equilibri dei contesti, massicce infrastrutture, parcheggi pluripiano, impianti eolici o solari di elevata potenza, costruzioni, ecc.
Pare difficile diffondere la convinzione che la messa in sicurezza dei territori, come del patrimonio edilizio tradizionale in essi esistente, ricomponendo lacerazioni inferte da anni ed in continuo peggioramento, sia necessariamente la strada da percorrere anche per restituire decoro e valenza ai luoghi oltre che per evitare ulteriori devastazioni e di arrivare ad un punto di non ritorno.
Le violazioni maggiormente ricorrenti nel salernitano e nell’avellinese sono quelle determinate dai reati ambientali ed edilizi, primo fra tutti l’abusivismo, dal consumo ingiustificato di suolo, soprattutto rurale), dalle eccessive, quanto disattente, alterazioni geomorfologiche dei territori, dall’edificazione in costante incremento e sostituzione delle preesistenze, anche tradizionali, consentito da alcune nefaste leggi di settore da anni riproposte Piano Casa, ecc., dal conferimento illecito dei rifiuti e dalla permanenza di abusi conclamati.
Per le Soprintendenze la tutela paesaggistica è, attualmente, ancora più impegnativa a causa delle normative in evoluzione, delle procedure maggiormente articolate e dell’ulteriore riduzione della tempistica dei procedimenti; ma, a tale riguardo, soprattutto la carenza di personale interno rende molto difficile sostenere la notevole mole di lavoro ed essere costanti nella presenza sui territori.
Ciò nonostante, molte sono le iniziative fatte e che si continuano a condurre raggiungendo in alcuni casi, seppure a fatica, significativi risultati positivi riuscendo, ad esempio, a rimuovere la previsione di interventi eccessivi dalle pianificazioni predisposte di vario livello, respingendo progetti di opere private e/o pubbliche particolarmente lesive (lottizzazioni, complessi turistico-ricettivi, parcheggi pluripiano, centrali e stazioni elettriche, parchi eolici, ecc.), ma anche proposte edificatorie che, sebbene di minore portata, contribuiscano a svilire la qualità dei diversi contesti e determinino un’incidenza negativa nelle vedute di insieme dei siti.
In ogni caso, nelle Soprintendenze resta forte la convinzione che il paesaggio sia un bene comune alla cui tutela non si possa rinunciare nella consapevolezza di essere l’ultimo baluardo.
Si vuole cogliere l’occasione della Giornata nazionale del Paesaggio, istituita con D.M. n. 457 del 7/10/2016 con l’obiettivo di promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e a sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati, per approfondire le tematiche sopra esposte auspicando contributi anche da altri Enti, Associazioni, esperti e cittadini.
arch. Eleonora Sciré
Praiano (SA) - ambito interessato dalla realizzazione del parcheggio pluripiano rispetto al quale la Soprintendenza ha dato parere contrario.
Giornata Nazionale del Paesaggio 2021
  Paesaggio Irpino
 Un video per raccontare le bellezze del paesaggio irpino nelle varie stagioni dell'anno a cura della delegazione FAI Avellino in collaborazione con l'Ente Parco Regionale dei Monti Picentini e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino
 ”Nascosta tra i monti, l'irpinia è il polmone della Campania.
Sono numerosi gli scenari geologici e ambientali che la caratterizzano.
Il paesaggio irpino, variegato, vivace, offre il riposo e l'avventura dei boschi, la pace delle passeggiate in campagna, lo spettacolo dell'acqua che dimora nei ruscelli e nelle cascate, le vette che guardano lontano, fino al mare.
La natura tutta incontaminata, è interrotta soltanto da qualche antico paese nel quale sembra si sia fermato il tempo.
Le persone in questi luoghi sono in simbiosi con gli elementi naturali, nei quali è impressa la loro identità, la loro vita, la loro longevità.
Gente che vive come i lupi, lontano dal mondo, nei luoghi più veri e irreali del tempo.
I vigneti, il grano, i campi che colorano le colline nelle calde stagioni, il manto bianco della fredda neve, l`azzurro del cielo in cui l'acqua si specchia, quanto è bella e selvaggia la terra di mezzo, e quanto è vivo l'uomo in mezzo alla terra.
Perché in fondo è in questi paesaggi che è nato l'uomo, ma solo qui, il tempo non è mai passato."
Luigi Ammirati - Delegato Ambiente FAI Avellino
Grazie a tutti voi community.
Montaggio di
Virgo29 Creative Agency
Giornata del Paesaggio 2021
Masserie e Paesaggi d'Irpinia
L’Irpinia è terra rurale di eccellenza, baricentrica tra i due mari, in altura lungo l’Appennino meridionale campano. La produzione agricola (vino, olio, grano, nocciole) garantisce una filiera economica dove spesso sono protagonisti quei giovani che hanno saputo resistere alle sirene della metropoli, oggi impegnati in attività che permette loro di continuare ad abitare una terra difficile.
Il terremoto che nel 1980 colpì duramente le terre dell'osso dell'Irpinia e della Basilicata ha lasciato allo stato di rudere numerose testimonianze di eccellente architettura rurale: si tratta di masserie all’interno di fondi agricoli. <> scrivono Giuseppe Muollo e Giovanni Villani in 'I siti rurali in Irpinia - Le Masserie'.
Molti di queste masserie meritano di essere conosciute e recuperate; sono contenitori di storia e di memoria; quelle più isolate appartengono alla tipologia delle 'fortificate'. Sono un museo di tecniche costruttive, c'è la pietra di fiume e c'è il legno di castagno, ci sono gli embrici e il ferro battuto... in alcuni sporadici casi sono state intraprese azioni di recupero trasformandole in cantine, country-house, osterie gourmet.
Grava tuttora per molte di esse il vincolo di demolizione, apposto dai comuni in applicazione della Legge 219/81; in sostanza i proprietari che hanno ricostruito altrove il proprio immobile -beneficiando dei contributi economici statali- sono tenuti a demolire il caseggiato originario compromesso dal sisma del 1980. A meno che non intervenga un vincolo di tutela...
Masserie e paesaggi, questi ultimi sono parte sostanziale e integrante di beni di cui dobbiamo imparare a prenderci cura. Un paesaggio, quello d'Irpinia, nella maggior parte dei casi ancora integro, fatto di terreni incolti, di boschi di roverelle, di rovi e biancospini, di torrenti stagionali e stradine brecciate che formano un sali-scendi su colli argillosi in genere sempre al disopra dei 700 metri sul livello del mare. Per le masserie c'è tanto da fare prima che le intemperie facciano crollare solai e murature. Conoscerle, valorizzarle, vincolarle, restaurarle significa proteggere gli stessi paesaggi, prima che la nuova speculazione energetica, fatta di miriadi di pale eoliche ed elettrodotti, faccia scempio di quel che rimane. Come sta per succedere ad una delle masserie più belle e importanti, quella detta di 'Montevaccaro' sita in località Calaggio in prossimità del casello autostradale Lacedonia sulla A16 Napoli-Bari. La bella masseria, in pietra a vista e fortificata con 4 torri angolari, vedrà a breve passare a poca distanza il nuovo elettrodotto 380 kv Bisaccia-Deliceto che finirà con lo stravolgere il paesaggio che circonda il fabbricato.
Come Touring Club Italiano, attraverso il Club di Territorio Paesi d'Irpinia, abbiamo organizzato, con favorevole partecipazione di pubblico e cultori della materia, la prima manifestazione tematica dal titolo 'Masserie e Paesaggi d'Irpinia' con convegno e mostra a Paternopoli nel marzo 2018; la seconda edizione si è tenuta nel maggio 2019 a Guardia Lombardi col patrocinio della Provincia di Avellino e dell'Ordine Architetti di Avellino; la terza, in collaborazione con la Regione Campania, prevista nel maggio 2020 -nell'ambito di Campania In-Architettura, è stata annullata a causa del Covid-19.
Grazie a queste manifestazioni è maturata l'idea di strutturare in maniera più organica un censimento finalizzato alla conoscenza e valorizzazione delle masserie e dei paesaggi d'Irpinia.
Da una prima stima presentata durante il convegno tenuto nel 2018 a Paternopoli si è appurato che le masserie in buono stato di conservazione e meritevoli di studio sono circa 36, dislocate in gran parte nel territorio dell’Alta Irpinia, lì dove più distruttivo si dimostrò il sisma del 1980. Una ricerca voluta dal Consiglio Nazionale Architetti, portata avanti da giovani iscritti dell'Ordine di Avellino, ha permesso intanto di ottenere una prima mappa-censimento geo-referenziata e intessuta con rilievi metrici e documentazione fotografica di alcune masserie.
La filiera delle masserie potrebbe fornire, oltre l’approfondimento dello studio delle antiche tecniche di costruzione, anche l’occasione per sviluppare una diversa e innovativa offerta per camminatori e nuovi viaggiatori culturali. E tra gli ulteriori obiettivi: innescare possibili relazioni tra architetture rurali abbandonate ed imprenditori, neo-agricoltori, istituzioni, coloro che sono alla ricerca di sostanza e di immagine per promuovere i prodotti di eccellenza del territorio. Col beneficio indotto di conoscenza, cultura, conservazione e tutela del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico.
a cura di Angelo Verderosa, architetto
Console del Touring Club Italiano, Coordinatore del Club di Territorio Paesi d'Irpinia
Bibliografia
Pane R., Architettura rurale campana, ed. Rinascimento del libro, Firenze 1936.
Gravagnuolo B., Architettura rurale e casali in Campania. Album fotografico di F. de Marinis, Clean Edizioni 2017.
Muollo G. - Villani G., I siti rurali in Irpinia - Le Masserie, in Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia, Artificiosa Irpinia, vol. VII, Sellino e Barra Editori, Avellino 2000.
Verderosa A., a cura di, Il recupero dell’architettura e del paesaggio in Irpinia – Manuale delle tecniche di intervento, De Angelis Editore, Avellino, 2005.
Documentazione fotografica allegata
'Archivio Verderosa studio'; on line ( www.verderosa.it) è possibile scaricare il 'Manuale' citato in bibliografia oltre documentazione tematica.
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