Poche e frammentarie sono le notizie che ci giungono sull’organizzazione dei giardini della città di Salerno nel Medioevo: una serie d’orti terrazzati e cinti furono ubicati ad occidente, lungo l’asse delle fortificazioni e del torrente Fusandola, e si giovarono della cospicua disponibilità d’acqua delle sorgenti ubicate alle falde del colle Bonadies. I giardini dell’area del Fusandola erano, nella maggior parte dei casi, degli appezzamenti di terra protetti da esili muri che svolgevano la doppia funzione di proteggere le produzioni e di migliorare le condizioni microclimatiche interne.
Essenziale, per il funzionamento del sistema, la disponibilità d’acqua per uso irriguo. Tutti gli orti del Fusandola erano, infatti, serviti da acquedotti, di cui uno, costruito nel 1238 per conto del convento femminile di Santo Spirito, prelevava acqua da una fonte posta in un luogo denominato Acquarola. Esempio rilevante di quest’organizzazione è il giardino della Minerva. Ciò che oggi appare evidente in questo sito è un’interessante serie d’elementi architettonici di tipo sei-settecentesco. Tra questi è da segnalare la lunga scalea che collega i diversi livelli del giardino. Essa è formata da pilastri a pianta quadrata, con decorazioni in stucco e sorregge una pergola in pali di castagno sulla quale sono adagiate delle viti. La scalea fu edificata sulle mura medievali e permette un’ampia visione panoramica del golfo di Salerno. Su ogni terrazzamento vi è una vasca o una fontana, fino ad arrivare, scendendo, ad un’ampia peschiera con zampilli e colonne sull’ultimo e più vasto appezzamento.
Proprietaria di questi terreni fu, nel XII secolo, la famiglia Silvatico, di cui un membro, Matteo, tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo si distinse come insigne medico della Scuola salernitana e profondo conoscitore di piante per la produzione di medicamenti. Suo è l’Opus Pandectarum Medicinae, un lessico sui semplici per lo più d’origine vegetale. Il manoscritto fu completato nel 1317 e dedicato al re di Napoli Roberto d’Angiò. Al cap. 196 di questo libro, descrivendo la Colocasia, così Egli riferisce: ...Et ego ipsam (culcasiam) habeo Salerni in viridario meo, secus spectabilem fontem ….
Matteo Silvatico realizzò, infatti, un giardino, su incarico del re Roberto, nei terreni di proprietà familiare. Qui, con molta probabilità Egli acclimatava e sperimentava nuove specie vegetali, qui erano condotti gli allievi per il riconoscimento delle piante. Questi presupposti confermano, dunque, che il giardino di Matteo Silvatico è stato il primo esempio di Orto botanico d’Europa per lo studio e la coltivazione dei semplici vegetali a scopo terapeutico.
Testo di MP Mirabilia srl
Orari: Apertura: tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 Visite : venerdì e sabato su prenotazione Irma Pastore cell. 338 9249773
Chiusura: Lunedi
http://www.giardinodellaminerva.it/
Giardino della Minerva via Ferrante Sanseverino, 1 84121 Salerno
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