La Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Salerno, di intesa con l’Università di Salerno, con la Curia Diocesana, il Rotary Club e con l’Unione Ciechi presenta un nuovo sistema di conoscenza dei monumenti, rivolto non solo ai turisti ma anche ai non vedenti. Sono stati approntati, infatti, cartelli in linguaggio Braille e delle specifiche App per una chiave di lettura dei sarcofagi romani presenti nella cattedrale di Salerno.
La quantità di sarcofagi romani presenti nella cattedrale è così rilevante che, insieme ad altri numerosi elementi di spoglio dell’antichità, costituisce un fondamentale aspetto della cultura figurativa dell'intero monumento, soprattutto della sua fase medievale. La loro presenza passa attraverso la funzione di sepoltura di uomini illustri, ecclesiastici o di famiglie nobili. Una simile consuetudine non è prerogativa salernitana, bensì appartiene a molti altri centri, in quanto è stato costume della civiltà medievale acquisire sarcofagi romani per dare degna sepoltura ai personaggi illustri.
Per la città di Salerno la funzione di sepoltura è storicamente documentabile a partire proprio dalla fondazione della Cattedrale ed in particolare dalla sepoltura del papa Gregorio VII, morto esule in città il 25 Maggio del 1085. Seguono molti altri monumenti come quello di Guglielmo d’Altavilla, ultimo erede di Roberto il Guiscardo, della famiglia d’Ajello, degli arcivescovi Romualdo I e II Guarna. Un simile costume è proseguito per diversi secoli intrecciandosi con opere più moderne. L’ultimo esempio, è il fronte di sarcofago, raffigurante il Ratto di Persofone, impiegato per il cenotafio di mons. Gregorio Carafa ( 1678). Nel XVII sec. i sarcofagi perdono il valore di sepoltura ed acquisiscono quello di monumenti d’arte romana, ossia assumono un valore archeologico.
Redattrice Stefania Ugatti
Data: giovedì 16 giugno 2016 ore 17:30
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