Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
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Ufficio stampa

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"Marted́ in Arte" tutti alla Certosa di Padula

21 ottobre 2010

  La Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino, diretta dall’ingegnere Gennaro Miccio, aderisce al progetto nazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali “Martedì in Arte”, ogni ultimo martedì del mese, fino al 28 dicembre 2010, aperture straordinarie e gratuite dei principali musei statali dalle ore 19.00 alle 23.00. Il progetto, oltre all’obiettivo di promuovere la fruizione del patrimonio culturale italiano con il coinvolgimento di un pubblico sempre più numeroso e con proposte alternative ai consueti svaghi serali, vuole anche andare incontro alle difficoltà economiche di giovani e famiglie. La Certosa di Padula derogherà alla consueta chiusura settimanale martedì 26 ottobre 2010 resterà aperta dalle ore 9.00 alle 19.00 (biglietto 4 euro), mentre dalle ore 19.00 alle 23.00 l’ingresso al monumento sarà gratuito. Per l’occasione la Soprintendenza con la collaborazione dell’Associazione Turistica Pro Loco di Padula presenterà le seguenti iniziative. 

 ore 19,30 ( sala video, appartamento del Priore) Riproduzione fotografica digitale del libro dell'Esito dei Certosini.

             Le note vicende storiche che nel corso del XIX secolo hanno determinato la soppressione delle Corporazioni religiose e, quindi, dell' Ordine Certosino a Padula, hanno anche comportato la dispersione o il trasferimento in altri luoghi di gran parte del ricco patrimonio storico- artistico, bibliografico e soprattutto archivistico che si trovava all'interno del Monumento. Per questo motivo il rinvenimento di un Libro dell'Esito - mescolato al piccolo Fondo librario, miracolosamente sopravvissuto e a tutt' oggi conservato in Certosa - acquista particolare importanza per il suo valore storico e documentario. Si tratta di un “Registro” formato da 267 pagine manoscritte, compilato tra il 1851 e il 1858 dal Padre Procuratore, coadiuvato dal Vicario e da altri due Padri, per documentare in maniera dettagliata le spese sostenute dall' Ordine padulese in quegli anni. Con la riproduzione fotografica digitale ci si è posto l'obiettivo primario di limitare l'uso diretto del documento originale che – considerata la sua unicità e fragilità – necessitava di un maggiore impegno conservativo e, nel contempo, di garantire la fruizione dell' opera da parte degli studiosi.

 ore 21.00 (Chiostro della Foresteria, Chiesa, Sala del Capitolo, Cappella del Fondatore, Chiostro Grande, Scalone monumentale, Refettorio, Appartamento e Loggia del Giardino del Priore) Chartusia Historie e Leggende – viaggio di affabulazione figurato con l’allestimento dell’antica imbandigione in onore dell’Imperatore Carlo V. Il percorso teatrale si terrà nei luoghi più rappresentativi del monastero a cura di abili attori della Compagnia Teatrale Artificio che, attraverso le loro performances, faranno conoscere al grande pubblico i luoghi e la storia dell’antico cenobio certosino fondato dal Conte Tommaso Sanseverino nel 1306.

 Inoltre i visitatori che si recheranno a Padula potranno ancora ammirare la mostra documentaria dal titolo  “La Certosa di Padula nel libro di Thomas Salmon del 1763 e nella cartografia del XVIII secolo”. Visto l’interesse suscitato, iniziato ad aprile con la XII edizione della “Settimana della Cultura”,  la Soprintendenza  ha deciso di tenere aperta, nella saletta dell’appartamento del Priore, in modo permanente  la mostra del viaggiatore inglese Salmon, facilitandone la visione e la consultazione mediante l’installazione espositiva inserita nel normale percorso di visita museale in Certosa.  La mostra. Si espone al pubblico il XXIII volume dell'opera di Thomas  Salmon, pubblicato a Napoli nel 1763 nella tipografia di Vincenzo Mazzola - Vocola, situata in Via Medina;  acquistato qualche anno fa dalla Soprintendenza BAP di Salerno ed Avellino. Esso tratta del Regno di Napoli ed è un documento fondamentale per la storia della Certosa di Padula e per la comprensione  dell'importanza ad essa tributata, nel XVIII secolo, nell' intero territorio del Regno di Napoli. Al suo interno, infatti contiene:  una  dettagliata descrizione (da pagina 166 a 170) degli splendidi ambienti e dei preziosi arredi  della Certosa di San Lorenzo, una grande tavola,  piu' volte ripiegata - che in questa sede si presenta nel suo formato originale di cm. 46 x 33 -  con la  veduta dell'intero Monumento, opera  dell'incisore romano Francesco Sesone ed infine,  l'accurata dedica stampata sul  frontespizio, rivolta al potente Priore pro - tempore della Certosa,  D. Andrea Maria Micheli. Completano l'esposizione le  riproduzioni fotografiche delle  altre piante o  "vedute a volo  d' uccello" della Certosa di Padula, a testimonianza  della preziosa documentazione cartografica finora conosciuta,  relativa al  XVIII  secolo. 

             L’ importanza della riproduzione digitale del  Libro dell’ Esito

                                         dei  Certosini di Padula

  di Eufemia  Baratta *

 In ottemperanza alla Regola Certosina, dettata principalmente dalle Consuetudines   che Guigo  I  aveva iniziato a formalizzare sin dal 1127,  di poi  emanate (con l'aggiunta dei decreti dei Capitoli Generali) nel 1270 col titolo di Antiqua Statuta,  presso la Certosa  di San Lorenzo (così come in tutte le altre Certose) veniva sistematicamente redatto il Libro dell’Esito, ossia un dettagliato resoconto annuale delle spese sostenute dall’ Ordine sia per il sostentamento dei Padri che per la gestione ordinaria e straordinaria della Casa. A compilarlo era il Procuratore, ovvero l’amministratore (in genere si trattava di un Padre, ma poteva anche essere un laico) dell’intero patrimonio economico del Monastero. Il Procuratore veniva scelto dal Priore, che era la massima autorità  della Comunità e ogni anno, durante l’Avvento o in altra data convenuta dalla Casa, era tenuto a comunicarGli le entrate e le uscite, in modo da rendicontare tutta la sua amministrazione. Il “bilancio” doveva poi essere approvato e sottoscritto dallo stesso Priore, dal Vicario e da almeno due Padri, scelti tra i più anziani e discreti, così come suggerito dalla Regola. A Padula, vista la consistenza del patrimonio economico del Monastero, è facile suppore una gestione amministrativa molto complessa ed articolata, tanto da richiedere – di certo fino alla prima soppressione dettata dalle Leggi eversive del Governo Napoleonico all’inizio del XVIII secolo – la presenza in contemporanea di più procuratori. A testimonianza di ciò, l’esistenza di un Chiostro dei Procuratori, con  loggiato al piano superiore e svariati ambienti al piano terra, ove gravitavano sia gli alloggi degli stessi che l’ingresso laterale dell’appartamento del Priore. Di tutto il lavoro amministrativo-documentario svolto dai Padri Procuratori nel corso della loro permanenza a Padula durata circa sei secoli - lavoro che sicuramente diede luogo ad una  imponente produzione di materiale archivistico, tanto da determinare la creazione nell’appartamento del Priore di un vasto ambiente deputato alla conservazione degli atti e che ancora oggi conserva la scritta Archivum  al di sopra della porta – non è rimasto, purtroppo, niente in loco, fatta eccezione per un solo Libro dell’Esito, relativo agli anni 1851-1858.  Si tratta di un Registro manoscritto,  rinvenuto nel piccolo Fondo librario miracolosamente sopravvissuto ed attualmente conservato in Certosa, formato da 267 pagine rilegate ed in parte numerato dal compilatore, che rendiconta in maniera accurata le spese sostenute dall’Ordine  in quegli anni.  Certo, si riferisce ad un periodo “minore” e sicuramente poco florido per la Casa padulese : dopo l’allontanamento dei monaci durante il decennio francese, i Certosini erano stati riammessi nel Monastero a seguito del Concordato del 1818, ma la Certosa era ormai priva di gran parte dei suoi Beni più preziosi  e , inoltre, molte proprietà erano state vendute.  Nonostante ciò, esso costituisce un importante documento storico, sia perché testimonianza concreta dell’applicazione della Regola certosina riguardo alla organizzazione piramidale della Casa (alla fine di ogni anno c’è sempre la firma del Procuratore in carica, sottoscritto, nell’ordine: dal Priore pro-tempore, dal Vicario e da altri due Padri), sia perchè  fonte certa  per la conoscenza delle voci che formavano le spese dei Certosini in quegli anni: dai beni di consumo ordinario per il vitto, quale, ad esempio, la pasta , il pesce o la meno comune “ neve”, fino alle consistenti parcelle pagate a vari avvocati per le numerose cause o, ancora, l’importo della fondiaria  o della  manodopera più o meno qualificata. Pur nella ristrettezza economica di quegli anni, infatti,  i Certosini avevano  iniziato a riempire i vuoti delle grandi cornici in stucco lasciati dalla prima soppressione, partendo dai tre principali della Chiesa: in data 31 aprile 1858, infatti, leggiamo nel Libro: “Pagato per conto de’ quadri per la ve.le Chiesa… al Sig. Pittore Brangaccio. Ducati 126 e grani 50.”  E il dipinto riprodotto a sinistra dell’Altare maggiore reca, appunto, la firma di Salvatore Brancaccio e la data del 1860. Dopo la lettura del Libro, in considerazione della sua unicità e  deteriorabilità da preservare come  documento originale e, pur in mancanza di idonea e sofisticata strumentazione, si è deciso di procedere alla riproduzione digitale di tutte le pagine del testo, al fine di garantirne una migliore conservazione e nel contempo di diffonderne la conoscenza facilitandone la consultazione e lo studio.

Funzionario della Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino

 

 







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