Miccio scende in “campo” per salvare l’architettura italiana del secondo novecento. Il Soprintendente Gennaro Miccio, responsabile dei Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino, e ad interim della Basilicata (Potenza e Matera) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha firmato la petizione che sarà inviata al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, on. Giancarlo Galan affinché, nell’imminente dibattito parlamentare di conversione in Legge del decreto pubblicato sulla G.U. del 13 maggio 2011, siano eliminate dal testo tutte le modifiche al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Il Decreto Legge pubblicato sulla G.U. del 13 maggio 2011 (Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia) ha introdotto una serie di modifiche al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, tra le quali si segnala l’innalzamento del limite della tutela per legge degli edifici pubblici e assimilati da 50 a 70 anni. In questo modo un periodo fondamentale della storia dell’architettura viene sottratto alla tutela. Una molteplicità di opere di autori quali Gardella, BBPR, Libera, Moretti, Quaroni, Scarpa, Michelucci, solo per citare i nomi più noti, che sono la testimonianza materiale della ricostruzione e rappresentano l’originale via italiana all’architettura moderna oggi rischiano di essere manomesse o demolite.
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