La straordinaria navicella in bronzo era parte del corredo della tomba 74 della necropoli di Montevetrano nel territorio di Salerno. La sepoltura, databile alla seconda metà dell’VIII sec. a.C., occupava una posizione centrale rispetto alle altre deposizioni.
Della donna cui si riferiva la tomba non è stato ritrovato lo scheletro ma gli oggetti deposti aiutano a definirne il rango: un fuso a conocchia/scettro in bronzo, simbolo di potere, gli spiedi e un coltello in ferro, che rimandano al consumo della carne, vasi per i liquidi e contenitori di produzione orientale, un vassoio per le offerte e un incensiere, tutti riconducibili a pratiche di culto aiutano a ricostruire il ruolo che la donna ricopriva all’interno della comunità e, ancora, vesti riccamente decorate da ornamenti in bronzo e ambra e numerosi gioielli (anelli, uno scarabeo e forse una collana) completavano il suo abbigliamento.
In questo processo di celebrazione della defunta si inserisce al massimo livello proprio la navicella in bronzo, oggetto di lusso prodotto nella Sardegna nuragica: navicelle di questo tipo, mai prima ritrovate nel territorio salernitano, ricorrono nei corredi più importanti dell’Etruria Tirrenica, a ulteriore testimonianza di rapporti commerciali e culturali ampi e dinamici all’interno di tutto il Mediterraneo, in cui a buon diritto si inserisce anche il gruppo di Montevetrano.
Fotografie di Leonardo Vitola Copyright / Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino
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