A Cinquecento anni dalla morte, 1520, i capolavori esposti alle scuderie del Quirinale, celebrano la magnificenza di quel Raffaello d'Urbino di cui la grande madre Natura temette d'esser vinta. Così si legge sulla tomba dell'urbinate al Pantheon. Una celebrazione straordinaria in onore al protagonista della storia dell'arte, all'artefice della bellezza e dell'armonia, all'artista del gusto e della maestosa chiarezza dello spirito umano. Raffaello ha saputo ispirare generazioni di artisti, scultori, architetti, è stato in assoluto un'artista universale di modelli della bellezza.
A Nocera Inferiore, in ricordo del tondo della Madonna d'Alba, donato da Giovanbattista Castaldo, generale delle armate di Carlo V all'abbazia olivetana di Santa Maria a Monte, e successivamente venduto, nel 1686, al vicerè di Napoli, Gaspar de Haro, è presente, nella Pinacoteca del convento di S.Antonio, una copia seicentesca del tondo che testimonia il gusto di quella tradizione rinascimentale particolarmente forte, eloquente nel territorio nocerino. Una tradizione importante dove gli artisti si cimentano con l'opera di Raffaello e, non solo, testimonia anche il gusto di una committenza particolarmente colta e alla moda, di un mercato artistico che a Nocera, nel '500 e agli inizi del '600 , è particolarmente significativo.
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