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Musei nella rete: la tradizione zampognara in provincia di Salerno #iorestoacasa #laculturanonsiferma


zampogna 1

                                                                                       D. Cestari, Montesano sulla  Marcellana

 

Il progetto Musei nella rete: la tradizione zampognara in provincia di Salerno, elaborato nell’ambito delle attività del Settore Patrimonio Demoetnoantropologico della Soprintendenza ABAP di Salerno ed Avellino nel 2017, nasce come una ricerca condotta sul territorio con la volontà di restituire, in modo sistematico ed organico una più ampia documentazione scientifica sugli aerofoni a sacco zampogne e ciaramelle della tradizione locale, in provincia di Salerno, come indicato negli indirizzi preposti alla tutela, conoscenza e valorizzazione dell’attività degli uffici periferici del  MIBAC. Il progetto ha visto un primo momento di confronto nella Giornata di Studi presso il Comune di Salerno il 15 novembre 2018, con la partecipazione di specialisti, ricercatori e la presenza degli zampognari in concerto. Un’iniziativa che è stata realizzata grazie al Patrocinio e Partenariato del Comune di Salerno, di Montesano sulla Marcellana, di Polla, di Teggiano, del Museo Civico Etnografico di Montesano S/M e l’adesione dei Comuni di Minori, di Senerchia ed il Patrocinio del DISPAC dell’Università di Salerno. Gli atti pubblicati della giornata di studi sono stati finanziati dalla Regione Campania –U.O.D. 2-Promozione e valorizzazione delle attività artistiche e culturali, anno 2018, sezione I-DD 702.


I relatori della giornata di studi: Roberta Tucci, Vincenzo Esposito, Rosa Carafa, Mattia Esposito, Felice Cutolo, Antonio Giordano, Ciro Caliendo, Marzia Magliacane, Francesca Piro, Paola Apuzza, Antonietta Caccia, Mariella Rocco, Sandra Suatoni

L’identità ritrovata.
Come osserva Paolo Apolito la zampogna e la ciaramella (…) sono strumenti di grande cultura. Se essi scompariranno non sarà perché troppo primitivi rispetto al contemporaneo, ma perché troppo complessi e difficili in un’epoca che fa della semplificazione delle procedure uno dei suoi fondamenti. Costruire una zampogna, suonarla, conservarla implica capacità tecniche e sensibilità manuali quasi impossibili da coltivare, conservare, trasmettere (…).Strumenti di musica di tradizione orale, esprimono le melodie delle comunità pastorali e contadine e assumono, nell’accompagnare riti, solennità liturgiche e ordinarie del ciclo dell’anno,un significativo ruolo identitario nell’ambito delle culture popolari locali.

Nell’attuale tradizione musicale in provincia di Salerno, di cui una parte integrante i territori dell’antica Lucania,  la zampogna è uno strumento largamente utilizzato. In tempi recenti gli studi sulla zampogna si stanno configurando come indagini di etnomusicologia in grado di porsi in relazione con il tessuto sociale di provenienza , tra riti, usanze e musica, evidenziando le tracce più autentiche di rituali sociali e religiosi in una prospettiva di interazione culturale.

La ricerca sul territorio.
Il campo della ricerca si è aperto con Carmine Trimarco, 1864-1953, originario di Senerchia in provincia di Avellino, ma trasferitosi a Polla con la bottega paterna. La sua attività si configura come un aspetto di valenza culturale ed artistica di notevole interesse per la conoscenza del patrimonio etnomusicologico in ambito meridionale. Un’esperienza artigiana di grande spessore, quella dei Trimarco con Carmine, e poi proseguita dal figlio Francesco, oggi poco indagata, conosciuta solo attraverso la presenza dei manufatti, le zampogne e le ciaramelle realizzate da un’intera famiglia nel corso di buona parte del Novecento; un’ indagine che  è stata solo ad appannaggio di una memoria mitica e per molti aspetti, oggi, ancora lacunosa.

Di seguito, la ricerca intrapresa con la collaborazione di Antonio Giordano, ha previsto una prima ricognizione effettuata attraverso una scheda di Censimento elaborata e tesa a configurare sui territori comunali di appartenenza, al momento solo in provincia di Salerno, un'esatta fotografia dei costruttori, dei suonatori, del materiale strumentale esistente, dei repertori musicali, delle festività, ovvero i bacini di utenza ed eventuali fonti primarie di documentazioni. Il tutto nella prospettiva di creare un Database atto a instaurare un legame tra Amministrazioni Comunali, Musei ed Associazioni presenti sul territorio; una Rete capace di generare valore condividendo un progetto, con regole e direttive, che vada oltre le contrapposizioni locali e comporti l'aggregazione di diversi attori per un fine ultimo, qual'è il rilancio di una tradizione musicale, la tutela, la valorizzazione di uno strumento musicale e l'attività artigianale connessa, nonché garantire una tradizione musicale ancora viva, alle nuove generazioni.

Di seguito il lavoro di ricognizione con interviste, riprese video di esecuzioni musicali ci ha portato direttamente sul campo, nel corso del primo trimestre del 2018, in alcune aree della Costiera Amalfitana e del Vallo di Diano. A Scala e Minori sono emerse alcune realtà di giovani zampognari quali, rispettivamente, un gruppo attivo dal 2001 ed i Symphonia. A Scala il gruppo attinge dalla tradizione musicale di due zampognari storici, locali, quali Salvatore Ferrigno e Giuseppe Policane.

 

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Minori, Andrea di Lieto,maggio 1929

 

A Minori il gruppo fa riferimento ai repertori musicali di una famiglia di zampognari di area montana, una realtà sconosciuta agli studi e restituita dalla ricerca sul campo, quali i Di Lieto di Pontemeo, frazione di Minori , con Alfredo Di Lieto, suonatore di zampogna dagli anni ’70, oggi parzialmente attivo. L’attività del capostipite Pantaleone, bisnonno, risale agli ultimi anni dell’Ottocento, e di seguito, nel corso del Novecento, Andrea, nonno, Alfonso, padre,  e Alfredo ed il fratello Giuseppe, anch’esso suonatore fino a qualche anno fa, pronti a documentare l'attività di una famiglia di musicisti tra la fine dell'Ottocento fino ad oggi.

Nel Vallo di Diano, l’indagine ci ha restituito Vincenzo Comuniello attivo suonatore di zampogna di Padula sin dal 1965, in coppia allora con il padre. Oggi fa coppia con il giovane Nicola Donza e il nipote Giuseppe Francesco Riggio. Il padre Francesco è stato attivo tra gli anni’50 e gli anni’80 del Novecento. Nell’intervista fatta al musicista sono emersi i repertori e gli itinerari intrapresi dagli stessi, nel corso delle festività liturgiche del ciclo calenderiale. Oltre che per le Novene natalizie è interessante scoprire l’impegno del Comuniello, promotore, nonchè protagonista nel pellegrinaggio da Futani verso il Monte Sacro di Novi Velia, 14-15 agosto,  e quello del 16 agosto da Policastro ad Ispani dedicato a San Rocco, dove lo stesso ripropone il repertorio musicale del padre. Così come è presente nelle feste che si attivano a Sala Consilina per San Michele, nel mese di maggio nei giorni 3, 17 e 29 con la suonata di San Michele e per quella del 2 giugno per la Madonna del Sito alto. A Padula è impegnato per il sito rupestre di San Michele alle Grottelle e per la festa di San Francesco del 4 ottobre, che peraltro propone nella domenica che segue la processione dei ceri, i Cinti, vere e proprie arche con i portatori. Le zampogne che utilizza sono quelle dei costruttori Pietro Carucci, in ulivo ed acero,  di Caggiano e  Antonio Forastiero, ma si riserva l’uso di quelle di Carmine Trimarco.

 

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                      Montesano sulla Marcellana, anni '60

 

Di Polla è, invece, Raffaele Sabatella, zampognaro di consolidata esperienza e grande personalità. Il musicista ancora impegnato, è dal 2001 il presidente dell’Associazione Amici della zampogna  e della ciaramella di Polla; da sempre la sua associazione collabora con l’altra associazione Tanager di cui fa parte il gruppo folklorico omonimo, attivo dal 1928. Un felice connubio tra le due realtà associative, impegnate da anni nella valorizzazione delle tradizioni popolari, balli, canti e suoni,  del Vallo di Diano e dell’Alto Sele, pronti a dare visibilità all’attività musicale degli zampognari e rilanciare la tradizione attraverso lo strumento. A raccordarsi con Raffaele Sabatella vi è un nutrito ed attivo gruppo di coppie di zampognari, ulteriormente affiancati da Gennaro Gonnelli provenienti dalle aree geografiche precedentemente citate, i quali attraverso importanti raduni annuali hanno modo di confrontarsi sulla musica, i repertori e sugli aspetti tecnici dello strumento. Zampogne e zampognari sono un elemento significativo delle culture locali, un fattore di sviluppo per un’intera zona, rurale e montana, capace di attivare turismo di qualità, culturale ed eco-sostenibile, a beneficio di tutta l’area. La zampogna con la ciaramella, strumenti della tradizione, esprimono la musicalità delle comunità pastorali e contadine e documentano, nell’accompagnare riti e solennità liturgiche e ordinari del ciclo dell’anno, un aspetto precipuo delle realtà sociali e dell’attività umana.

Cfr: Musei nella rete: la tradizione zampognara in provincia di Salerno, a cura di Rosa Carafa, Salerno, Opera edizioni, 2018.

Le foto relative a Montesano sulla Marcellana provengono dall’Archivio del  Mudif Museo Didattico della Fotografia e dall’Associazione  Culturale il Didrammo.

 

 

 

 



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