fig. 1
Attraverso numerosi stili artistici le sacre rappresentazioni mostrano il dramma di Cristo come veicolo fondamentale per l'insegnamento della fede e focalizzano nel volto di Cristo e nello sguardo delle Madonne i sentieri della fede nella vita dell'arte. La Croce diventa un grande simbolo universale, quasi la carta d'identità dell'umanità. Dio condivide attraverso il Figlio un'esperienza esclusivamente umana, e da sempre, questo insieme di umano e divino è stato il centro del dibattito artistico.
Fra il '200 ed il '300 c'è un importante risvolto della religiosità, si diffonde la prassi del teatro sacro, un'insieme di sacre rappresentazioni che vedono riuniti semplici fedeli, confraternite e ordini religiosi in questo momento. Ecco che l'arte si impossessa di questi eventi e si realizzano importanti gruppi scultorei che raffigurano la Crocifissione, ma anche la deposizione ed il compianto di Cristo morto.
Nella provincia di Salerno abbiamo alcuni esempi di grande rilevanza. E' l'esempio nel duomo di San Lorenzo a Scala, dove si conserva un meraviglioso gruppo scultoreo ligneo, di età angioina, e quindi di carattere fortemente gotico della seconda metà del '200 che raffigura lo schiodamento di Cristo dalla croce fig. 1. Come anche a Teggiano, il gruppo di 5 statue lignee policrome raccolte intorno a Cristo morto esprime, con commoventi modi naturalistici, la scena di un lamento funebre. Opera realizzata nel primo decennio del Cinquecento da Giovanni da Nola fig.2.
fig.2
Una rappresentazione pittorica molto interessante la troviamo a Salerno, nella chiesa del Crocifisso, qui compare qualcosa di straordinariamente interessante, il dramma di dolore rappresentato dalla Madonna diventa espressione di sentimenti umani, una sorte di forte compartecipazione al dolore della morte del Figlio fig. 3. Ut pictura docet, attraverso le immagini costruire l'evangelizzazione. Un evento che accelera un processo importante della religiosità, è l'avvento degli ordini mendicanti. Con essi si giunge all’immagine di un Cristo chiaramente segnato dal patimento e dal dolore, il Cristo subisce così un graduale processo di umanizzazione. Tutto ciò contribuirà a generare maggiore coinvolgimento emotivo e turbamento in chi lo ammira. Dunque, la figura inanimata e impassibile di Cristo, da questo momento, si fa reale. Si passa dal Christus Triumphans Cristo Trionfante, ad un Christus Patiens Cristo Sofferente.
fig. 3
Nel Battistero di Nocera Superiore ci sono degli episodi della passione: uno è quello dell'andata al calvario fig.4, in questo caso la rappresentazione diventa viva, compartecipata con il corteo che accompagna Cristo con la croce e che si ricollega al dipinto nel chiostro del Paradiso del duomo di Amalfi e alla raffigurazione del convento di San Francesco a Giffoni Valle Piana. Una serie di circolazione di temi di questa rappresentazione. Poi c'è la Risurrezione fig. 5 che rappresenta la sintesi di queste primissime espressioni del Gesù che trionfa sulla morte, e l'Angelo, seduto sul sepolcro, addita alle donne che colui che cercano non è più lì, perché risorto.
fig.4
fig.5
Poi ancora a Salerno, nel museo diocesano, una Crocifissione fig. 6 di Roberto d'Oderisio, il pittore che riesce ad infondere una certa omogeneità territoriale con la sua bottega dopo la presenza di Giotto a Napoli dal 1328 al 1333. D'Oderisio è uno dei maggiori artefici, colui che raccoglie l'eredità del linguaggio giottesco. Di questo periodo attinge il maestro di Sant'Egidio Montalbino fig. 7 e poi nel monastero di Sant'Anna a Nocera Inferiore fig 8.
fig.6
fig.7
fig.8
Nell’ipogeo della chiesa di S. Maria a Foce del Comune di Sarno, ci sono alcuni dipinti murali tra cui emerge una Crocifissione con i dolenti fig. 9 caratterizzata da un forte gusto popolareggiante. con una nuova definizione artistica potremmo definirla la Pop Art dell’epoca, perché, grazie alle sue forme, alle sue espressioni genuine ed accessibili a tutti, riuscì a parlare a quegli strati della popolazione più semplice.
fig.9
Una grande rappresentazione del Calvario fig. 10 della fine del XV sec. occupa un'intera parete dell'antico refettorio delle monache del monastero di Santa Chiara a Nocera Inferiore. Un'opera di grande impatto visivo, una meditazione sulla passio Christi, basata sulla compartecipazione mistica del fedele all'evento sacro attraverso il concetto dell'immagine.
fig.10
Il Compianto sul Cristo morto ad Angri, fig. 11 nel polittico della collegiata di San Giovanni risente di forti riferimenti al Mantegna e forse, di più largo patrimonio di conoscenza, a quella che è la cultura iberica di questo periodo nel Regno di Napoli, un sapere pittorico basato su forti temi naturalistici.
fig.11
C'è un cambio delle rappresentazioni sacre alla fine del '500, è il caso del Compianto sul Cristo morto nel polittico di Scafati, presso la chiesa di Santa Maria delle Vergini fig. 12, così come a Materdomini di Nocera Superiore fig. 13 e a Pagani nella chiesa del Corpo di Cristo con il dipinto di Fabrizio Santafede fig. 14. Praticamente siamo alla fine della Controriforma, ad un nuovo uso delle immagini, ad un controllo dell'immagine sacra che deve essere più corrispondente alla devozione, alla realtà filologica del testo sacro. L'immagine del Cristo morto è l'immagine fondamentale del barocco, di un epoca in cui teatro e religione diventano una sola cosa. Gli artisti si adeguarono prontamente a questo nuovo clima: non più immagini che potevano inneggiare alla gioia e alla felicità, ma immagini che suscitavano necessità di pentimento, di pathos e di sacrificio. Paradossalmente è proprio questo Dio che rafforza la fede.
fig.12
fig.13
fig.14
Angelo Solimena costituisce il caposaldo della pittura barocca nell’agro nocerino sarnese e nel 1664 firma e data un dipinto raffigurante lo Schiodamento dalla Croce fig. 15 nella chiesa di San Matteo apostolo di Nocera Inferiore, purtroppo rubato. La rappresentazione vive un grande momento di pathos nello svenimento della Madonna in basso, verso la quale accorrono le pie donne spaventate. Il tema del dipinto è la Vergine Maria svenuta ai piedi della croce soccorsa da un gruppo di altre Marie che nel loro gettarsi sul corpo della Vergine costituiscono probabilmente uno dei più spettacolari dipinti del Solimena, e poi nel registro superiore un giovanissimo san Giovanni che abbraccia i piedi di Cristo mentre il vento muove le vesti degli uomini che stanno togliendo Gesù dalla croce. L’interpretazione della Pietà, 1678 fig. 16, per la chiesa di san Bartolomeo di Nocera Superiore viene espressa con un linguaggio moderno sottolineato dal gioco di scorci, dello sguardo della Vergine rivolto al cielo e dalla luce diretta sui personaggi. C’è il vero salto di qualità di Angelo, non più il pittore che rimane legato in un ambito limitato, ma la nuova maturità trova spiegazione nell’influenza che il giovane Francesco esercita sul padre. L’interpretazione viene espressa con un linguaggio moderno, un brano di altissima qualità.
fig.15
fig.16
Al 1700 potrebbe essere datata una sua opera, che presenta non pochi problemi. Si tratta della Deposizione fig. 17 collocata nella chiesa del SS. Corpo di Cristo di Nocera Inferiore, dove in basso si legge nitidamente il monogramma di Michele Ricciardi. Il dipinto dovrebbe corrispondere all’atto di pagamento datato 14 Agosto 1700, dove c’era scritto A Domenico Antonio Longobardi ducati 10 e per esso ad Angelo Solimeno disse per caparro del quadro da farli nella cappella sua della Pietà costrutta dentro la chiesa del Corpus Domini di Nocera Soprana. La questione è stata chiarita in sede di restauro in quanto è emerso che al di sopra della Vergine c’erano tracce di bruciato e la parte superiore era composta da un altro tipo di tela, lasciando intendere che il dipinto originario aveva subito danni da un incendio ed era stato integrato dal Ricciardi con un rifacimento proprio nella zona alta.
fig.17
Per finire nel Duomo di Sarno, La Comunione degli Apostoli 1683 fig. 18, dove Cristo diventa sacerdote e distribuisce la Comunione agli Apostoli. Il tema della Passione assume anche dei caratteri di novità iconografici, proprio a dimostrazione del carattere umano del Cristo a cui sarà, di lì a poco, sottoposto ad una delle prove più cruenti della sofferenza umana, ma introduce anche il segno della sua permanenza vera nell'Eucarestia.
fig.18
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