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Buccino sorge su un’alta collina, in una posizione strategica di controllo su assi viari naturali che fin dalla preistoria mettevano in collegamento territori e culture differenti. Il suo centro storico, stretto nella cerchia delle mura della fine del IV secolo a.C., conserva ancora oggi l’impianto urbanistico della città romana di Volcei.
Nell’odierna località Santo Stefano, in un’area esterna al circuito murario in cui è stata individuata un’importante necropoli, il cui utilizzo è databile per un lungo arco temporale, tra la seconda metà e l’ultimo venticinquennio del IV secolo a.C. si insedia un complesso architettonico organizzato su tre terrazze e articolato in edifici, aree porticate, muri di terrazzamento e recinti, sia funerari che di culto Foto 1. La terrazza superiore risulta occupata da un ampio complesso costituito da un porticato ad U, delimitato sul lato ovest da due ambienti a pianta quadrata. Uno di questi ambienti, identificabile come sala da banchetto grazie alla pavimentazione conservatasi quasi integralmente, presenta le pareti interne intonacate con uno zoccolo di colore rosso e la parte superiore in bianco. Paraste e semiparaste angolari scanalate, con capitelli ionici, creano un effetto scenografico di profondità su ogni parete. Il pavimento conserva una decorazione in tecnica mista in cui sono presenti quattro delfini in lavapesta agli angoli e un emblema centrale con stella a sei punte in tessere bianche racchiusi all’interno di fasce a meandro, di cocciopesto e a onde correnti Foto 2-3.
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Mentre sono pochi i dati cronologici relativi alla realizzazione della sala banchetto, probabilmente l’ultimo venticinquennio del IV sec. a.C., la distruzione e il crollo dell’intero complesso architettonico si possono stabilire con certezza entro il terzo quarto del III sec. a. C. Poiché al momento della scoperta le condizioni del mosaico risultarono da subito precarie, si decise di procedere allo stacco per il trasferimento del pavimento al Museo Archeologico Nazionale di Volcei a Buccino.
Nello spazio espositivo dedicato è stata ricostruita la sala da banchetto: sulla base dei dati desunti dallo scavo è stata riprodotta la decorazione pittorica e architettonica delle pareti, il pavimento è stato integrato nelle parti mancanti con riproduzioni in vetroresina e l’arredo della sala è stato completato con klinai, i letti conviviali su cui in antico si partecipava ai banchetti, ispirate a quelle dipinte nella Tomba del Tuffatore di Paestum. Da questa stessa tomba sono tratte anche le immagini dei banchettanti utilizzate per la realtà virtuale che anima la sala, mentre da una tomba scavata a pochi metri dalla sala stessa vengono i vasi da banchetto a figure rosse Foto 4.
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