Al volgere del XIX secolo è ancora l’idea del paesaggio pittoresco che continua ad essere tangibile e a tenere vivo l’interesse anche per quei viaggiatori meno impegnati, ma ancora più numerosi di quelli che avevano contraddistinto il viaggio nel Settecento. La diffusione di sedimentati tòpoi vedutistici attraverso le tecniche a stampa come la litografia, l’incisione e la xilografia fa sì che le immagini riprodotte in correnti prontuari di guide italiane e straniere, raggiungano tutti e, come osserva Dieter Richeter le scoperte di pochi divennero vedute di massa del pubblico viaggiante.
Una maggiore conoscenza, quindi, ma anche una maggiore standardizzazione delle vedute stesse che il più delle volte tende a perpetuare visioni, scorci, monumenti, cristallizzandone le peculiarietà artistiche, paesaggistiche ed ambientali. Ma le terre del Salernitano, da Punta Campanella al Golfo di Policastro con la sua fascia costiera e nondimeno quella più interna, per molti versi ancora inaccessibile, risultano essere ancora luoghi dalle infinite suggestioni romantiche, pervase dall’inquietudine e dal senso dell’annientamento.
Una realtà che negli ultimi decenni del secolo XIX è ancora tutta da scandire. Il paesaggio, quello sentimentale, rovinoso, dell’inquietudine è anche un paesaggio della luce e del colore che riesce a deliziare e sconvolgere chi lo osserva e ne è pervaso. Così è per uno sconosciuto viaggiatore inglese, Arthur Newbery, che nel 1877 giunge nel Salernitano realizzando un book dal titolo Principato/ Citeriore/ 1877. Si tratta di una raccolta di piccoli acquerelli, inediti, che l’autore costruisce con adeguata sapienza grafica e prospettica, dipingendoli poi in modo da cogliere le continue variazioni della luce che appare nitida e solare nei luoghi che si diversificano, così come le bellezze del paesaggio e gli elementi indissolubili che lo caratterizzano. Le immagini di gradevole effetto visivo sono realizzate con naturalezza dall’artista che sembra, non voglia imbattersi in quella retorica della veduta, ovvero in quelle raffigurazioni paesaggistiche ormai sedimentatesi che hanno caratterizzato il vedutismo topico del XVIII secolo. Il mare, gli scogli, le torri, i pini, le agavi, le barche, le case gli scorci anonimi di piccoli villaggi marini e dell’interno montuoso del Principato Citra, diventano per Arthur Newbery declinazioni di un gusto e di un fare paesaggistico in cui sembrano coesistere curiosità folcloriche e fraseggi di melanconie paleoromantiche.
Cfr. R.Carafa, Il viaggio inciso e disegnato. Disegnatori, pittori e incisori in viaggio nei territori del salernitano, in : …a curiosare le antichità…strade e viaggiatori in provincia di Salerno in età moderna e contemporanea, a cura di Maria Teresa Schiavino e Anna Sole, Plectica editrice s.a.s, Salerno 2012, pp.216-242,pp.232-233.
Il book di acquerelli proviene dalla Collezione Gianfranco Aiello, Salerno
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