La mostra è stata inaugurata a Palazzo Ruggi durante la manifestazione della Giornata Nazionale del Paesaggio organizzata dal MiBACT, ed è stata curata dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio.
L'architetto Lorenzo Santoro vive a Cava de' Tirreni dove è nato nel 1953, dal 1984 lavora presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino. Ha realizzato numerosi studi e pubblicazioni riguardanti la propria attività nel campo del restauro e della tutela del paesaggio, dedicando a quest'ultimo una particolare attenzione: dalla storia delle sue trasformazioni alle rappresentazioni con disegni e acquerelli. Dipingere un paesaggio è una delle chiavi di lettura per comprenderlo; soffermarsi su i punti più rappresentativi e sugli scorci da rappresentare obbligano l'artista ad una lettura approfondita di tutte le sfumature di un ambiente naturale. È proprio questo che si evince nelle opere di Santoro, il quale riesce a cogliere, sfruttando le conoscenze professionali, la struttura di ogni singolo paesaggio e i particolari più significativi. I suoi acquerelli proiettano su carta le sensazioni che i paesaggi hanno impresso nell'animo dell'artista, dove i colori catturano la forma in un gioco di trasparenze tipica di questa tecnica pittorica.
Le rappresentazioni della costa di Amalfi e del Cilento qui presentati documentano la grande varietà e l’identità storico-culturale dei territori e costituiscono una significativa testimonianza di paesaggio, ricco di innovazione e tradizione, di trasformazioni e permanenze. Luoghi dove perdura molto forte il rapporto dell’uomo con la terra e il mare. Nelle realtà raffigurate Lorenzo Santoro riesce a cogliere quella stratificazione storica degli eventi naturali ed umani identificandoli come luoghi, spazi dotati di un carattere distintivo. La loro identificazione, nella comprensione dei valori insiti in esso, dei beni conservati e della loro utilità ambientale e sociale è parte di quel concetto che introduce la presenza dell’uomo che opera sul territorio e la nozione di storia così ben configurata da Emilio Sereni: il paesaggio attuale è la somma di tutti paesaggi, prima naturali e poi antropici, del passato; esso è la forma che l’uomo(…) coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale (…).
|