o nimium caelo et pelago confise sereno, nudus in ignota, Palinure, iacebis harena. Virgilio, Eneide, Libro V
L’ultima giornata di Museum Week rivolta ai #SogniMW vogliamo dedicarla a Palinuro e al ricordo di Antonella Fiammenghi, archeologa e autrice del testo: Il nome di Palinuro evoca nei più il ricordo delle sfortunate vicende del nocchiero di Enea, raccontate nell'Eneide, che, naufragato su queste spiagge, fu trucidato dagli abitanti del posto.
In realtà, il sito è frequentato già nella Preistoria, come ci documentano i giacimenti in grotta dislocati lungo il Capo ed ai piedi dell'altura della Molpa e l'insediamento neolitico individuato in località S.Paolo.
Intorno alla metà del VI sec. a. C. esso restituisce preziose testimonianze di una comunità indigena, di origine enotria, entrata nell'orbita commerciale delle potenti città magnogreche dello Ionio e del basso Tirreno.
L'elevato grado di permeabilità della comunità indigena di Palinuro al mondo greco si coglie attraverso gli oggetti di corredo di alcune sepolture non greche “emergenti”, che, accanto al vasellame, tipico di tradizione geometrica hanno restituito in notevole qualità grandi vasi attici a figure nere raffiguranti gli ideali tipici della società aristocratica ellenica, quali la musica, la palestra, l'amore. #Togetherness #MuseumWeek #dreamsMW
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