In largo Scuola Medica Salernitana vi è l’ingresso principale di uno dei palazzi più interessanti del centro storico, sulla cui attuale tipologia possiamo solo avanzare ipotesi non esistendo, allo stato, alcuno studio che lo riguardi. Sorgendo su un terreno in forte pendìo come quello della zona immediatamente sottostante via De Renzi, l’edificio si sviluppa dal basso verso l’alto fino a raggiungere quest’ultima strada. Al suo interno trovano posto ben tre fontane, tipologicamente differenti l’una dall’altra.
Fontana al livello del Largo Scuola Medica Salernitana
Entrando nel palazzo Martuscelli attraverso il portone che affaccia sul largo Scuola Medica Salernitana, nel piccolo atrio interno, troviamo una fontana inserita in un vano e protetta da un muretto con cancellata. Di forma rettangolare, tipologicamente riconducibile al modello del ninfeo, la fontana è elegantemente incorniciata ai lati da lesene che vanno a terminarsi nei capitelli. Nella parte superiore, un raffinato architrave modanato termina la costruzione. Al centro la nicchia le cui pareti presentano rugosità create per rendere l’effetto di una grotta sulla cui superficie l’acqua, con lo scorrere del tempo, abbia lasciato la propria impronta. Al di sotto, infine, la vasca circolare.
Fontana nella scala
Salendo per le scale troviamo una piccola vasca tonda inserita al di sotto di una nicchia ricavata nella parete. Si tratta di una fontanella che serviva per attingere piccole quantità di acqua. Anche se non possiede in sé alcuna rilevanza artistica, questa suscita interesse per essere forse l’unico esempio del genere giunto fino a noi integro, poiché di altre simili presenze restano solo tracce sulle murature.
Fontana al livello della via De Renzi
Delle tre fontane che trovano posto all’interno del palazzo Martuscelli, sicuramente la più interessante, per tipologia e per risultato scenografico raggiunto, è quella che trova posto nel piano superiore, all’interno di un cortiletto facente parte di un appartamento privato.
La fontana è inserita in una grande abside incorniciata esternamente da un elemento decorativo a fascia. All’interno si aprono tre nicchie: una centrale più grande ed ai lati due più piccole che contengono anche due piccole vasche. Scandiscono gli spazi esili colonnine tortili, reminiscenze di una cultura derivata dall’oriente.
La grande vasca sottostante, che segue un andamento semicircolare sporge appena verso l’esterno rispetto ai lati formando una sorta di sedile su due scalini. Questa fontana costituisce un unicum per il suo particolarissimo impianto architettonico e per le decorazioni che la arricchiscono donandole una sobria bellezza.
La grande abside crea un effetto di grotta riscontrabile solo in parte nell’esempio all’interno del palazzo San Massimo. Chiunque sia stato l’artista che ha realizzato il progetto di questa fontana, egli mostra di conoscere bene gli analoghi esempi contemporanei.
La costruzione di ninfei con grotte artificiali, aventi funzione di veri e propri arredi scenografici, hai inizio a partire dal Rinascimento. Il ninfeo era il sacrario delle ninfe e le sue origini si devono ricercare in epoca ellenistica e romana. Famosi furono quelli di Efeso, di Antiochia, della villa Adriana di Tivoli. La bellezza e l’arcano senso di mistero che da questo tipo di costruzione si sprigiona, ne decretò il successo presso le più importanti famiglie: i d’Este, i Torlonia, gli Aldobrandini, per citarne alcune, vollero ninfei all’interno delle loro ville patrizie e li arricchirono di grotte artificiali, di nicchie, di fontane e di splendidi giochi d’acqua.
L’esempio salernitano deve essere dunque collocato all’interno di questa tendenza. L’attuale collocazione della fontana all’interno del palazzo, con molta probabilità non corrisponde a quella originaria. Se consideriamo il piano stradale della via De Renzi, ci possiamo facilmente rendere conto che il suo livello è oggi rialzato rispetto al passato. Dunque la fontana potrebbe essere stata in origine una bellissima scenografia inserita in uno splendido giardino mediterraneo. Un’indagine più approfondita sui materiali potrebbe aiutare anche nella datazione che sembrerebbe essere anteriore rispetto agli analoghi esempi presenti a Salerno.
Maria Guglielmina Felici
Fontane in Città – XII Settimana dei Beni Culturali I luoghi del patrimonio, Salerno 1997
Edizioni Menabò
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