Fotografia di Corradino Pellecchia
Per la Chiesa cristiana il duomo di Salerno riveste un enorme prestigio in quanto vi sono conservate le sacre reliquie di san Matteo, apostolo ed evangelista, ed anche patrono della città. Inoltre vi è conservato anche il corpo del papa san Gregorio VII, uno dei più grandi pontefici di tutti i tempi al cui nome è legata la cosiddetta Riforma della Chiesa.
Vicende costruttive
Il 13 dicembre 1076, dopo un assedio di quasi sette mesi, le armate normanne di Roberto il Guiscardo conquistarono Salerno ponendo fine al plurisecolare potere longabardo, iniziato da Arechi II alla fine dell’VIII secolo. Sicuramente questo avvenimento costituisce l'ante quem per la fondazione della cattedrale che viene rievocato anche dai cronisti del XII secolo, Romualdo II Guarna e Pietro Diacono. Gli autori contemporanei degli eventi, Amato di Montecassino e Guglielmo Apulo, invece, tendono a spostare di qualche anno l'inizio dei lavori.
La fondazione ha un preciso limite nella lettera, datata 18 settembre 1080, scritta dal papa Gregorio VII all’arcivescovo Alfano, il quale, in precedenza, lo aveva informato del ritrovamento delle spoglie di san Matteo. Il pontefice nel congratularsi invitava Roberto il Guiscardo e la sua consorte Sighelgaita a dimostrarsi degni di tanto insigne patrono.
Il rinvenimento, quindi, del corpo di san Matteo, probabilmente nascosto da Gisulfo II, ultimo principe longobardo di Salerno, durante l'assedio della città, determina una decisa accelerazione ai lavori. Dopo solo sei mesi, nel marzo 1081 la cripta era pronta come è dimostrato dalle epigrafi delle lastre marmoree che coprono le tombe dei ss. Martiri salernitani, di san Matteo e di altri santi. La consacrazione della cripta è stato un atto altamente religioso e solenne con la deposizione delle reliquie dei santi, primo fra tutti proprio san Matteo. Sono documenti fondamentali che indicano con certezza l'ultimazione del primo corpo dell'edificio e forniscono una preziosa indicazione sulla cronologia delle successive fasi costruttive. Subito dopo, infatti, si è passati alla costruzione della basilica superiore procedendo, come era consuetudine nei cantieri medievali, dal transetto verso l'ingresso. L'ultimazione dei lavori della chiesa avvenne entro l'estate 1084 come si evince dalla scritta che copre in larghezza tutta la facciata, dove e’ esaltato il nome del Guiscardo. La data della consacrazione in genere viene collocata nel mese di luglio 1084 e fu effettuata dal papa Gregorio VII in persona. Egli, da qualche mese, si trovava esule a Salerno dove aveva dovuto riparare dopo la sollevazione a Roma della nobiltà del partito filoimperiale. Il 25 maggio del 1085 morì in città dopo meno di un anno da quegli avvenimenti, e il suo corpo fu sepolto proprio nella cattedrale di San Matteo. Questi avvenimenti inseriscono la costruzione del duomo nel pieno delle vicende che caratterizzano la lotta per le Investiture ecclesiastiche e la Riforma della Chiesa.
Il nome di Roberto il Guiscardo ritorna anche in una seconda scritta posta sull'architrave della porta centrale della chiesa. Questa volta mancano i toni trionfalistici ed il soggetto è san Matteo invocato affinché al capo normanno sia donato il regno dei cieli. Sembra quasi una invocazione postuma, essendo il Guiscardo morto il 17 luglio 1085.
Antonio Braca
Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno
Fotografia di Michele Calocero
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