Fra le due porte della Sala San Tommaso è collocato un sarcofago appartenuto alla famiglia Capograsso come si evince dalla scritta: SEPULCRUM SERGII CAPO GRASSI ET HEREDU(M) MASCULINI SEXUS. Si tratta di un sarcofago rettangolare, ampiamente rimaneggiato e reimpiegato nel XIV secolo. Il sarcofago è decorato da un clipeo centrale con i ritratti di una coppia di coniugi dalla chiara volontà ritrattistica. L'uomo con capelli corti ed una leggera barba, mentre la donna è caratterizzata da una pettinatura con fila centrale con capelli a caschetto fino al collo. Sono tratti fisionomici che riportano ad una fattura severiana ed una datazione intorno alla metà del III secolo. La rappresentazione ai lati con Nereidi in groppa a Tritoni che cavalcano onde ricordano un tiaso marino. Le due estremità della cassa sono definite da eroti alati con torcia capovolta, un chiaro esempio di figura funeraria indicante lo spegnimento della vita.
Nella parete superiore sono murati due elementi orizzontali appartenuti al monumento funebre dell'arc. Matteo Della Porta, morto nel 1272. Nel blocco superiore al centro si trova un cartiglio nel quale si legge chiaramente: Anno Dni MCCLXXII dom. Mattheus de Porta salernitanus archiepiscopus, che si completava con " obiit die Natalis Domini.
Fra le colonne del porticato si trova un sarcofago con cassa ovale o a tinozza, istoriata solo sul fronte con altorilievi raffiguranti il dio Dioniso al centro adagiato su una pantera, suo animale preferito, circondato da menadi e uomini festanti. La sua datazione è fra II e III secolo. Sul retro c’è la scritta de familia capograssa.
Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno
Fotografie di Corradino Pellecchia
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