Dopo la porta di bronzo è collocato il sarcofago con la raffigurazione della Caccia al cinghiale calidonio o del Mito di Meleagro, vedi foto, considerato sepoltura di Guglielmo d'Altavilla 1111- 1127. Il soggetto è individuabile grazie alla presenza di una grossa testa di cinghiale sul lato destro, intorno alla quale sono raccolti gli altri personaggi, primo fra tutti Meleagro, il giovane eroe che doveva liberare la Calidonia dalla pericolosa bestia, dalle dimensioni enormi ed inusuali, mandata a terrorizzare la regione dalla dea Diana per vendicarsi dall'omesso invito del re Oineo. Il mito di Meleagro e della Caccia al cinghiale non è raro nei sarcofagi romani dove si coniugano i temi dell’eroismo, della giustizia e dell’amore. La sua datazione va collocata al III secolo.
Al di sopra del sarcofago sono murate due lastre tombali, che una errata tradizione attribuisce addirittura ai committenti della porta di bronzo Guisana e Landolfo Butrumile morti fra l'XI e il XII secolo. Invece, i caratteri stilistici, che ripropongono un edicola gotica con il defunto giacente con i cagnolini ai piedi, sono riconducibili ad una cultura del XIV secolo.
L'ultimo sarcofago prima della porta laterale è quello della famiglia Ruggi, identificabile attraverso lo stemma del casato riscolpito nel clipeo. Il sarcofago, databile al III secolo, appartiene alla tipologia ghirlandofora con due eroti alati affrontati intorno al clipeo, i quali reggono una grossa ghirlanda il cui sviluppo va fino all'angolo superiore estremo. La loro fattura, ben tornita nelle forme ma non sgraziata, con i capelli lunghi alle spalle , rievoca soggetti simili dei sarcofagi di Isola Sacra e di Malia Titia ad Ostia.
Al di sopra è murato un interessantissimo frammento di pluteo la cui datazione senza grossi problemi può essere collocata entro la seconda metà del XIII secolo. Cattedrale di San Matteo – Salerno.
Al lato della scaletta settentrionale di accesso al quadriportico è collocato un monumento marmoreo probabilmente un altare di età romana. Delle tre facce figurate solo un di quelle laterali è chiaramente riconoscibile, con la raffigurazione di satiri in vendemmia, un tema dai risvolti dionisiaci ma fondamentalmente collegato alla simbologia funeraria della trasformazione. Nel secondo pannello laterale è raffigurata proprio una processione dionisiaca, un tiaso. Il riquadro frontale è fortemente abraso e frammentario rendendo poco agevole la interpretazione, probabilmente un momento sacrificale. Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno Fotografia di Corradino Pellecchia
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