Nei pressi della porta meridionale, sulla parete della chiesa sono murate le parti superiori di due lastre sepolcrali con le immagini dei defunti raffigurati all'interno di un'edicola gotica trilobata, espressione di una consuetudine trecentesca che semplificava il monumento funebre nella lastra di copertura della sepoltura. Nel nostro caso dovrebbe trattarsi di Marinello Santomagno, morto nel 1372, e di Tommaso Santomagno, morto nel 1323, almeno stando a quanto riportato dalle fonti che hanno letto le scritte laterali.
Di fronte, sul pilastro angolare, è emerso nel corso dei restauri un piccolo affresco raffigurante la Annunciazione in stile gotico, la cui fattura stentata riporta da una datazione a cavaliere fra XIV e XV secolo.
Partendo dal lato meridionale della chiesa, il primo sarcofago è quello Giorgio de Vicariis, morto nel 1296, come si evince dallo stemma e dalla scritta incisa sul coperchio dove si legge Corpus Georgi nepo Robi Vicaq de Ven. ob. Anno MCCXCVI. Al centro della cassa, all'interno del clipeo, si nota lo stemma araldico del casato riscolpito all'epoca del reimpiego in sostituzione della figura a mezzobusto del defunto o di una coppia. Il tondo è anche il centro di una composizione speculare, risultato di cartoni ribaltati. Esso è retto su ambo i lati da due eroti alati svolazzanti. Sui lati brevi della cassa sono raffigurate due sfingi, con una fattura sensuale di donna, le quali accarezzano con la zampa una testa di ariete che si riscontra nella cultura funeraria romana.
Sulla parete superiore sono murati alcuni frammenti di plutei. Il più importante è certamente un blocco lapideo con una decorazione che riprende la cosiddetta fenestella confessionis di fattura altomedievale.
Gli altri frammenti sono pezzi difficilmente identificabili, fra cui uno stemma nobiliare composto da uno scudo con tre fiori in diagonale che potrebbe essere ricondotto a Barnaba Orsini, arcivescovo di Salerno dal 1440 al 1449.
Prima della porta di bronzo è collocato un elegante sarcofago, vedi foto, identificabile con quello della famiglia Guarna attraverso due stemmi del XVI secolo scolpiti ai lati. Essi sarebbero stati la sepoltura di due importanti arcivescovi salernitani, Romualdo I e Romualdo II, entrambi del XII secolo. Il sarcofago ha il fronte decorato da due registri orizzontali sovrapposti, decorati con strigilature simmetriche introno ad un motivo centrale a mandorla. In alto e in basso il fronte è incorniciato da due brevi fasce con Kyma lesbio continuo del tipo del foro Traiano. Entrambe sono terminanti a zampa ferina, mentre in alto sono decorate da due riquadri contenenti l'immagine di una pantera che riconducono ad alcuni esemplari attici databili al II secolo.
Nella parete al di sopra del sarcofago è murata una lastra tombale dove è raffigurato in rilievo l'immagine di un vescovo giacente, in virtù del pastorale che regge in mano. Con ogni probabilità si tratta dell'arcivescovo Niccolò Piscicelli I , 1415-1440, individuabile in base alle descrizioni dei secoli passati quando era ancora possibile leggere l'epigrafe circostante. Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno Fotografia di Corradino Pellecchia
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