Fotografia di Vincenzo D’Antonio
La basilica di San Matteo, nell’insieme, si presenta come un grande edificio spoglio ed austero, privo di tanti monumenti che decorano la gran parte delle chiese plurisecolari.
Ciò è certamente dovuto ai lavori realizzati fra fine Seicento e gran parte del Settecento che, alla fine, hanno cancellato quasi del tutto la memoria dei periodi precedenti.
Iniziati con la finalità di non far crollare la fabbrica, gravemente danneggiata dal sisma del 5 giugno 1688, gli interventi sono proseguiti con una decisa volontà di ammodernamento culturale il cui risultato è stato lo snaturamento della fabbrica e della sua storia.
Negli anni Venti del Novecento è iniziata una campagna di recupero delle tracce della chiesa originaria che hanno consentito di mettere in evidenza alcune parti non del tutto cancellate.
Per questo motivo l’interno della basilica è caratterizzato da una forma di bilinguismo culturale che mette insieme opere proprie del Medioevo con opere squisitamente barocche o neoclassiche. Mancano opere del naturalismo seicentesco.
Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno
Lunetta sul portale d'ingresso della navata sinistra: lo sposalizio mistico di santa Caterina d'Alessandria di Filippo Pennino, XVIII sec.
Lunetta sul portale d'ingresso della navata destra: i tre santi martiri Caio, Fortunato ed Anthes di Filippo Pennino, XVIII sec.
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