Le cappelle della navata sinistra sono perfettamente corrispondenti, anche nelle misure, a quelle della navata destra in rispetto di una regola di simmetria scelta dall’architetto Carlo Buratti durante i lavori degli inizi del XVIII secolo. In realtà esse non esistevano come vani autonomi. E, se per il lato meridionale furono ricavate dal corridoio cimiteriale che gli stava addossato, per il lato settentrionale fu necessario scavarle nel terrapieno. La loro ultimazione avvenne verso la fine del secondo decennio del XVIII secolo, dopo quelle dell’altra navatella. I cappella - Fonte battesimale La prima cappella che si incontra entrando dalla porticina laterale nord, oggi, è destinata a conservare il fonte battesimale. Prima della ristrutturazione settecentesca lo spazio era occupato dalla cappella della potente famiglia D’Ajello. Fino agli anni Cinquanta del XX secolo era dedicata a s. Antonio di Padova, del quale esisteva una statua lignea, oggi trasferita nella cappella successiva per fare posto al fonte battesimale. Quando nel 1825 il re di Napoli, Francesco di Borbone, si appropriò della fontana di granito che era nell’atrio, questa fu sostituita dalla vasca dell’antico fonte battesimale. Al suo posto fu commissionato, nel 1854, allo scultore cavese Alfonso Balzico, famoso presso la corte sabauda di Torino, un nuovo fonte battesimale, meno ingombrante ed adeguato alle esigenze liturgiche. Il risultato è stato una struttura semplificata ottagonale in commesso marmoreo composta da una vasca con copertura, di cui la parte più interessante è data dal gruppo scultoreo in bronzo raffigurante Il battesimo di Gesù, caratterizzato da un misurato classicismo. II cappella - Congrega di San Giuseppe La seconda cappella fu concessa dall’Arcivescovo Bonaventura Poerio alla congrega di San Giuseppe, o anche Monte dei morti considerato che il dipinto dell’altare raffigura proprio il Transito del patriarca, come era consuetudine negli edifici della Controriforma. La tela è firmata da Matteo Chiariello, pittore locale che esegue opere con ampi prelievi da dipinti di Francesco Solimena. Come si accennava, nella cappella è conservata anche la statua lignea di Sant’Antonio di Padova, la cui leggibilità è compromessa da pesanti ridipinture, ma che potrebbe, alla luce di un corretto restauro, rivelare una cronologia di tardo Seicento. Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno Fotografia Vincenzo D’Antonio
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