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SALERNO - Cattedrale di san Matteo. Navata settentrionale, monumento funebre di Margherita di Durazzo #laculturanonsiferma


cattedrale san matteo 31 navata settentrionale Monumento funebre di Margherita di Durazzo


Uno dei maggiori gioielli artistici del duomo è rappresentato dal monumento funebre della regina Margherita di Durazzo, madre del re Ladislao, morta di peste ad Acquamela nel 1412, dove si era rifugiata per sfuggire al morbo.

Fino al 1811 il monumento si trovava nel convento di San Francesco, per la grande devozione che la regina aveva verso il santo di Assisi. Quindi, a causa delle soppressioni degli Ordini religiosi e la trasformazione del convento in carcere maschile fu trasferito in cattedrale.

L’opera è stata eseguita dallo scultore di corte, Antonio Baboccio da Piperno, insieme al suo collaboratore Alessio de Vico, come si vede dai nomi apposti sul pilastrino centrale.

La struttura architettonica segue nelle linee essenziali quella dei monumenti funebri gotici ampiamente diffusi nel Trecento, ma non nasconde una valenza ideologica che si manifesta nella collocazione delle singole parti. Quattro statue cariatidi raffiguranti le virtù, la Fede, la Fortezza, la Prudenza e la Regalità, ognuna addossata ad una colonnina di rinforzo, sorreggono materialmente e moralmente la cassa, dove sui due lati lunghi è raffigurata la regina nelle sue funzioni regali, attorniata dalle damigelle di corte, e nella veste di terziaria francescana insieme alle altre suore. Quindi il coperchio ottenuto dalla statua giacente della defunta, appena visibile all’interno di un baldacchino di copertura, le cui tende sono appositamente aperte da due angeli.

Le figure della cassa, su ambo i lati, denotano una disposizione rigidamente simmetrica e speculare intorno all’asse centrale della regina, ad indicare una semplificazione progettuale, nascosta dall’opulenza della raffigurazione delle damigelle di corte nell’abbigliamento di cerimonia.

La qualità delle sculture robuste e dure nei tratti denota la cultura del Baboccio arricchitasi nei cantieri del gotico internazionale del nord Italia a contatto con i maestri campionesi, forse anche nel Duomo di Milano, come è stato ipotizzato. Invece, questo modo così forte si riscontra anche in altre opere precedenti come il portale del duomo di Napoli o il monumento Aldomorisco nella stessa città.

Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno

Fotografia di Michele Colocero



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