Il transetto è il corpo orizzontale di prospetto a quello longitudinale, nel quale si trova l’area presbiteriale destinata alla liturgia. E per questo motivo, insieme alla cripta, ricopre un ruolo fondamentale nell’intera chiesa.
Esso ha subito notevoli trasformazioni nel corso dei secoli che ne hanno sensibilmente modificato la fisionomia, a cominciare dai mosaici che coprivano l’intera parete absidale e di cui sono rimasti solo pochi e frammentari brani. L’aspetto attuale, per molti versi discutibile, corrisponde a scelte operate nel corso dei decenni del secolo passato. Per rimettere in luce gli aspetti medievali sono state cancellate le tracce della cultura barocca. Per questo motivo sono stati demoliti gli altari collocati sui due lati corti del transetto e successivamente è stato rimosso anche il grandioso altare maggiore, sostituito con uno di minori pretese. Il risultato è stato certamente una maggiore visibilità dell’insieme ma anche una fisionomia più scarna e nuda. E, fino ad alcuni decenni or sono la situazione era ancora più tragica in quanto rimosso il grande dipinto che chiudeva l’abside centrale, oggi al Palazzo Arcivescovile, è venuta fuori una parete totalmente spoglia. Il rimedio è stato ancora una volta discutibile con il mosaico realizzato nel 1954 dal Gruppo dei Mosaicisti di Ravenna, che ha fatto gridare allo scandalo Cesare Brandi con un articolo dal titolo Omicidio in cattedrale.
Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno Foto di Michele Calocero
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