Uno dei problemi più intriganti ed interessanti della cattedrale di Salerno è dato dai resti di mosaico che decoravano in origine la parete e l’abside centrale. Oggi sono visibili solo i frammenti della Testa dell’angelo di san Matteo, l’Aquila di san Giovanni e i resti della cornice, sul cui modello è stata ricostruita la restante parte. Essi lasciano intravedere con la massima chiarezza un riferimento alla decorazione delle chiese romane paleocristiane e medievali del XII secolo. Sono gli unici lacerti decorativi sopravvissuti ai lavori del XVIII secolo quando gli archi delle tre absidi furono abbassati con un ispessimento a stucco dell’intradosso, e l’intero soffitto del transetto fu anch’esso abbassato con una incannucciata meno alta, che ha nascosto alla vista i mosaici ricadenti al di sopra. Il catino absidale fu completamente raschiato per fare posto ad un rivestimento nuovo. Durante i lavori degli anni Cinquanta del XX secolo l’abside è stata ricoperta in maniera del tutto arbitraria da nuovi mosaici realizzati dal Gruppo di mosaicisti di Ravenna. In questa occasione sono stati riproposti i versi originari, ricavati dalle fonti storiche, che riempivano l’area:
DA MATTHAEE PATER PATRIS HOC DET ET INNUBA MATER UT PATER ALPHANUS MANEAT SINE FINE BEATUS ECCE DEI NATUM SINE MATRE DEUM GENERATUM PRAEDICUNT VATES NASCI DE VIRGINE MATRE SIC CHRISTUS NATUS NOSTROS REMOVENDO REATUS VIVIT CUM PATRE IN COELO ET CUM VIRGINE MATRE
In essi si ricorda il nome dell’arcivescovo Alfano e il programma teologico della verginità mariana e dell’Incarnazione di Cristo già preannunciato dai profeti. Alla luce di questa indicazione alcuni studiosi hanno ipotizzato una datazione dei mosaici alle origini della cattedrale 1084, altri sulla scorta della fattura stilistica di impronta bizantina ne hanno spostato la cronologia al XII secolo. La scoperta, nell’ultimo restauro, di un oculo tamponato sotto il mosaico con l’Angelo lascia propendere per una datazione più tarda rispetto a quella delle origini del duomo. Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno Fotografia di Michele Calocero
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