L’abside destra, detta anche delle Crociate o di Gregorio VII, è molto particolare perché vi è conservato il sepolcro del grande papa Ildebrando di Soana, composto dal reimpiego di un sarcofago romano del I secolo d.C. a bucrani con ghirlande, sul quale in età moderna sono state scolpite le chiavi petrine. Sulle pareti, a lato della finestra centrale si trovano due dipinti murali raffiguranti L’ingresso di Gregorio VII a Salerno e La concessione della mozzetta ai canonici, che recano la data 1772. I due dipinti, di non eccelso valore, evidenziano dei tratti demuriani e potrebbero essere opera del suo allievo Giovanni De Mari.
Ma nell’abside un posto di assoluto rilievo è occupato dai mosaici che coprono l’intera calotta fino a mezza altezza, dove è raffigurato, al centro, un grande San Matteo seduto su un trono sormontato, nell’impostazione dell’arco, da San Michele arcangelo, ed affiancato ai lati dai santi Giacomo, Lorenzo, Fortunato e Giovanni. L’intera decorazione va collocata al terzo quarto del XIII secolo, 1260, e fu offerta da Giovanni da Procida, come si evince dalla scritta musiva che chiude in basso la decorazione. Si tratta di un nobile salernitano, gran dignitario della corte sveva, molto attivo nella guerra dei Vespri e nella lotta contro gli Angioini. Egli, secondo una consuetudine medievale, è raffigurato orante ai piedi del san Matteo. La fattura dell’opera, gravemente menomata dalla caduta di ampie zone di tessere, integrate in un pessimo restauro tardo ottocentesco 1873, ricalca gli esempi dei mosaici siciliani della Cappella Palatina e di Monreale, rispetto ai quali esprime, però, un aspetto più accademico e un’accentuata volumetria.
Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno Fotografia di Vincenzo D’Antonio
|