Sul lato sinistro del transetto, si trovano la sacrestia ed un’altra serie di corpi di fabbrica non originari ma aggiunti nel corso dei secoli. Durante l’episcopato di Girolamo Seripando 1554-63 fu avviata la costruzione sia della sacrestia sia della cappella delle reliquie, ad essa collegata. Alla morte dell'arcivescovo, avvenuta durante il Concilio di Trento nel 1563, il progetto fu portato a termine dal suo successore Gaspare Cervantes 1564-68.
Essa è costituita da un ampio vano dalla volta sensibilmente elevata. Le porte lignee furono donate da mons. Gregorio Carafa, sulle quali sono scolpiti i suoi stemmi. Nel 1771 la volta fu coperta di stucco, mentre un secolo dopo l’arcivescovo Antonio Salomone commissionò il pavimento che si vede ancora oggi. L’arredo è molto scarno con un lungo mobile a parete in noce, di fattura recente, ed alcune panche.
Sulla parete orientale, dopo i restauri degli anni Trenta del XX secolo, è stato trasferito l’altare di Sant’Anna, originariamente nella cappella di Bonaventura Poerio 1697-1722. Della struttura sono originari, però, solo i pannelli laterali in marmo dove sono scolpiti gli stemmi del Poerio e quello dell’Ordine francescano. Il dipinto dell’altare raffigura L’apparizione della Vergine con il Bambino e sant’Anna a Sant’Antonio, individuata come opera tarda di Mattia Preti con la collaborazione di aiuti in virtù di un dipinto identico proveniente da Taverna in Calabria, patria sia del pittore sia dell’arcivescovo. Antonio Braca, Guida illustrata alla Cattedrale di San Matteo, 2018 by Opera edizioni, Salerno Fotografia di Vincenzo D’Antonio
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