Sul finire del Settecento, si commissiona la celebre fontana detta di Don Tullio ovvero di Esculapio. Il 1 giugno 1790, in un documento assolutamente inedito, incaricato dai governatori della città di Salerno ... il maestro piperniere Giuseppe Grimaldi della terra di Rocca Mater Domini ..ha promesso e si è obbligato di formare una fontana di pietra viva di taglio della montagna di Paterno della Rocca di Mater Domini detta Piperno della Rocca di Mater Domini, fuori la porta occidentale di detta città al di sotto dei pioppi ivi esistenti a tenore del disegno che a tale effetto se è formato...tutte le grade e sedili ..la vasca ...tutte le impilastrature lisce di due pezzi... li pilastri impugnati...il cornicione, cornici e basi.. lo sguscio di sopra...il piedistallo di mezzo...la lavoratura di dentro...le tre palle per finimento...
Dopo poco meno di due decenni, durante il periodo napoleonico, ad opera del prefetto Charron, la fontana, che affacciava verso il mare, fu rivolta verso la città e vi fu creato davanti uno spazioso viale alberato. Essa quindi fin dalle origini aveva avuto un ruolo di rinfresco e di ricevimento per la gente che approdava al vicinissimo porto, oggi molo Manfredi, distante poche decine di metri. La sua collocazione era quasi in asse con la chiesa dell’Annunziata verso il mare, come risulta ancora ben visibile in una fotografia del 1870 pubblicata dal De Angelis. Il suo rapporto con la Villa Comunale è ben presente fin dalle origini nel progetto di giardini pubblici elaborato nel 1817 dagli architetti Bellini e Scodes e che resterà tale e non sarà realizzato.
La fontana, però, continua a riscuotere l’attenzione e nel 1842 verrà immortalata per la prima volta da Achille Vianelli. Nel 1852 sarà sottoposta ad un intervento di restauro delle strutture idrauliche.
A. Braca, La Villa Comunale e la fontana di Don Tullio, in Il Centro Storico di Salerno, Betagamma Edizioni, Viterbo 2000, pp. 9-10.
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