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16 novembre 2020 - SALERNO - Chiesa Santa Maria de Lama. Affreschi fine XV sec. #laculturanonsiferma 
La storia della chiesa successiva al XIII sec. è quasi tutta legata ai documenti cartacei, anch'essi non privi di interesse per ricostruire le vicende moderne. In facciata le finestre hanno una forma ad arco acuto, riconducibile, però, alla cultura gotica del tardo XIV secolo. Proprio in questo periodo, nel 1377, avviene la cessione della chiesa all'arcivescovo, come è riportato in una pergamena dell'Archivio diocesano . Certamente successivi sono due affreschi dipinti sulle prime colonne di [continua a leggere] |
12 novembre 2020 - SALERNO - Chiesa Santa Maria de Lama. Ipogeo #laculturanonsiferma 
L’ipogeo si presenta come un vano rettangolare orientato verso Est, diviso da una fila di tre colonne in due navatelle terminanti con due absidiole irregolari, con una decorazione diffusa di affreschi di santi. Sul lato nord, inoltre, esiste una terza abside, in parte tamponata, che indica una fase preesistente avvalorata dalla presenza, nell'angolo NE, di altri e diversi affreschi, che in precedenza erano nascosti da un muro di rinforzo. Quest’insieme delinea un quadro abbastanza chiaro delle fasi di costruzione.I di [continua a leggere] |
11 novembre 2020 - SALERNO - Chiesa Santa Maria de Lama #laculturanonsiferma 
Santa Maria de Lama, collocata sui gradoni omonimi che da via Tasso conducono a Largo Campo, conserva le uniche testimonianze di pittura del periodo longobardo di Salerno, di cui si ignorava l’esistenza.
La sua datazione originaria va collocata al secondo quarto dell’XI secolo in quanto il primo documento certo risale al 1055 e vi si legge che i proprietari sono membri dell’aristocrazia longobarda. Se ne deduce, come già aveva proposto il Delogu, che si tratta di un edificio di culto nobiliare, longobardo.
O [continua a leggere] |
11 novembre 2020 - SALERNO - Chiesa di San Giorgio. Altare maggiore #laculturanonsiferma 
Dopo il terremoto del 1688 inizia una campagna di rinnovamento che coinvolge sia la chiesa sia il monastero. Nel 1694 la stessa badessa Isabella Pinto commissiona l’indoratura dell’intera chiesa al maestro Nicola D’Acunto di Vietri sul Mare .
Nel 1697 allo scultore Matteo Fumo vengono commissionati busti lignei delle tre sante Tecla, Archelaa e Susanna, che ancora oggi si conservano nel vestibolo.
Nel 1702 i fratelli marmorari carraresi Bartolomeo e Pietro Ghetti realizzano il lavamano per la sacrestia della [continua a leggere] |
10 novembre 2020 - SALERNO - Chiesa di San Giorgio: Opere d’arte #laculturanonsiferma 
Foto Vincenzo D'Antonio
Al primo decennio del Settecento va datato l’affresco di Michele Ricciardi raffigurante La visione di sant’Idelfonso.
L’opera più antica è la tavola di Andrea Sabatini, datata 1523, raffigurante La Vergine con il Bambino e santi e una suora orante, collocata su uno degli altari a destra. Si tratta di un dipinto che, nonostante i richiami raffaelleschi, denuncia ancora fresco l’interesse per l svolta manierista di qualche anno prima nella Madonna di Costantinopoli del Museo D [continua a leggere] |
05 novembre 2020 - SALERNO - Chiesa san Giorgio #laculturanonsiferma 
Fotografia Vincenzo D'Antonio
Una modifica progettuale del complesso, certamente, deve essere intervenuta nella seconda metà del XVI sec. con la riunificazione dei monasteri femminili della città disposta dal papa Sisto V e la convergenza in San Giorgio delle monache dell’Ordine Benedettino. Ovviamente, il loro accresciuto numero richiese un adeguamento anche delle strutture. Per questo motivo il monastero fu sottoposto ad una serie di lavori e le suore furono temporaneamente trasferite in uno dei monasteri l [continua a leggere] |
05 novembre 2020 - SALERNO - Chiesa di San Giorgio: Opere d’arte #laculturanonsiferma 
La realizzazione della gran parte dei dipinti murali interni copre un arco di tempo che ragionevolmente può essere fissato entro il primo lustro degli anni settanta del XVII secolo. Nel 1675 Angelo Solimena firmava il ciclo della Passione nella volta della cantoria con la scritta Angelus Solimenus pingebat 1675. Solo un anno prima , nel 1674, la chiesa era stata inaugurata come si evince dalla scritta in controfacciata ed è probabile che per quella data gran parte della decorazione dovesse già essere ultimata.
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