È ritornato all’antico splendore il busto argenteo di san Prisco, patrono della città di Nocera Inferiore e della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. Venerdì la riconsegna al termine dei lavori di restauro di ben tre preziose opere custodite all’interno del Museo diocesano San Prisco di Nocera Inferiore. Oltre alla scultura d’argento raffigurante il primo vescovo e patrono della Chiesa nocerino-sarnese, espressione massima dell’arte argentiera napoletana, sarà riconsegnata anche la tela “Incoronazione di Santa Rosa da Lima” di Angelo Solimena e una scultura lignea de La Vergine Addolorata. Un lavoro che accresce ancora di più il valore di questi capolavori, che saranno presentati durante una serata evento, alle ore 19.30, nel cortile della Curia vescovile di Nocera Inferiore, dove è ubicato il Museo diocesano. L’appuntamento consentirà di scoprire una ricchezza d’arte che attraversa i secoli e ammirare tre pezzi unici riportati al loro splendore originario.

All’incontro di venerdì, che si caratterizzerà come una serata dedicata all’arte a 360 gradi, interverrà il vescovo monsignor Giuseppe Giudice, Anna De Martino della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Salerno e Avellino, il direttore del Museo Salvatore Alfano, il direttore dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici diocesano, Angelo Santitoro, e i restauratori Adele Ruggiero e Raffaele Mercogliano. Il restauro è stato eseguito non solo perché la conservazione di un bene è un preciso compito del Museo e perché naturalmente opere di questa importanza, giunte fino ad oggi magari affrontando disavventure di ogni tipo, meritano di essere preservate, ma «abbiamo realizzato questi restauri - ha spiegato il direttore del Museo, Salvatore Alfano - , principalmente con l’intento di restituire opere di grande bellezza e complessità a tutta la comunità». Il busto raffigurante san Prisco è stato realizzato nel 1771, fu commissionato dal vescovo Benedetto Dei Monti Sanfelice. Le cronache riportano che andò per la prima volta in processione il 9 giugno del 1771. Un capolavoro napoletano in bronzo dorato, argento, legno e pietre dure realizzato da Saverio Mansone: «Un capolavoro - ha spiegato Alfano - sia per la qualità del modello, realizzato spesso dai migliori maestri napoletani, sia per la bravura dell’argentiere ».

C’è poi la tela di Angelo Solimena proveniente da un gruppo di tre tele simili, per dimensione e forma, collocate originariamente, intorno al secondo quarto del ‘700, in San Giovanni in Parco, a Nocera: «Il restauro della tela “Incoronazione di santa Rosalia, presentata alla Vergine con Bambino da santa Scolastica e santa Teresa” ha fatto venire fuori in tutta evidenza il formato rettangolare della tela originaria che potrebbe risalire agli anni ’80 del 1600. Un cinquantennio dopo è stata ridimensionata e centinata per essere riutilizzata insieme alle altre due tele di San Giovanni in Parco». Sarà presentato, infine, l’accurato restauro della Vergine addolorata, pregevole scultura lignea del XVI secolo, realizzata da un artista ignoto: «Si ipotizza - ha aggiunto il direttore del Museo - che facesse parte di un gruppo scultoreo più ampio, proveniente da Castellammare, donata poi al Museo da un collezionista privato».